“La variante ‘Kraken’ non è un rischio per l’Italia e per l’Europa”: gli scienziati italiani tranquillizzano
Due buone notizie: “In Italia la situazione Covid non desta particolari preoccupazioni, con gli indicatori ospedalieri stabili o in calo”. E l’allarme per la diffusione di XBB.1.5 o ‘Kraken‘ “non è un rischio per l’Italia e per l’Europa“. Lo scrivono in una lettera all’editore del ‘Journal of Medical Virology’ Antonello Maurotti, ordinario di Statistica dell’Università Lumsa; Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus BioMedico di Roma; Francesco Branda del Dipartimento di Ingegneria informatica, Modellistica elettronica e Sistemistica dell’Università della Calabria; e Fabio Scarpa del Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università degli Studi di Sassari.
Gli scienziati fanno il punto. “La situazione Covid non desta particolari preoccupazioni”
Valutazioni importanti e confortanti, anche se cutela e buon senso sono sempre auspicabili. “Per evitare nuove fiammate improvvise e inaspettate con conseguenze sconosciute – sottolineano gli scienziati italiani – è essenziale avere dati attendibili e tempestivi. Anche dalla Cina, sulle mutazioni del virus e sulla prevalenza delle singole varianti. Questo per poter avere previsioni realistiche sull’evoluzione a breve termine dell’epidemia. Così da non dover inseguire Sars-CoV-2 come è successo in passato. La Cina continua a fare paura, ma ora abbiamo gli strumenti per anticipare, monitorare e gestire la pandemia”. Niente panico, dunque.
“La sottovariante ‘Kraken’ non ha preso piede in Italia e in Europa”
“La sottovariante ‘Kraken’ non ha preso piede in Italia e in Europa e questo lo dicono i dati del Gisead – precisa Maruotti all’Adnkronos Salute -. In Europa si ferma al 6% e in Italia è sotto al 2%. Quella che continua a crescere è ‘Cerberus’, ormai predominante. Ma dobbiamo essere tranquilli, in Italia c’è una copertura vaccinale molto alta”. Secondo Ciccozzi, “il problema dell’Italia è al solito quello che dobbiamo sequenziare di più. Ma l’Iss lo sa e immagino lavorerà su questo fronte. Questo lo ricordo perché siamo a ridosso del Capodanno cinese. E quindi – conclude – occorre essere molto attenti nei tamponi dei passeggerei in arrivo e monitorare per bene cosa sta accadendo” .
Covid, ricoveri in calo del 9 per cento negli ultimi sette giorni
Che la situazione Covid non stia destando particolari timori lo confermano i dati: siamo alla “Quarta settimana con il segno meno per la curva dei ricoveri Covid: -9% rispetto a sette giorni fa (-0,7)”. È quanto emerge dalla rilevazione degli ospedali sentinella aderenti alla rete della Fiaso, Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, del 10 gennaio 2023. Secondo il report: “Il 43% dei posti letto negli ospedali è occupato dai pazienti ricoverati ‘per Covid’, con insufficienza respiratoria o polmonite. La loro proporzione da qualche settimana è in crescita, un mese fa erano il 32%. Si tratta di pazienti al 79% vaccinati da più di sei mesi, con una età media di 76 anni e con altre patologie”.
In calo le terapie intensive
Di contro “scende al 57% la percentuale dei ricoverati ‘con Covid’, ovvero pazienti che sono arrivati in ospedale per la cura di altre patologie, sono positivi al virus ma non hanno sintomi respiratori e polmonari – continua la Fiaso . In leggero calo anche le terapie intensive: -6,3%. Il 67% di questi pazienti è ricoverato ‘per Covid’, con conseguenze gravi dell’infezione da Sars-Cov-2. Si tratta per il 30% di soggetti non vaccinati con un’età media di 68 anni”. Per quanto riguarda i pazienti pediatrici, “è stabile il numero dei pazienti minori di 18 anni ricoverati nei quattro ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria degli ospedali della rete sentinella Fiaso. Nessun bambino in terapia intensiva – conclude il report – L’86% è ricoverato ‘per Covid’, con sintomi respiratori, e il 93% dei pazienti pediatrici con infezione da Sars-Cov-2 è di età compresa tra 0 e 4 anni”.