Intercettazioni, Bongiorno: “Vanno riformate, ma con il bisturi. È un terreno molto delicato”
«L’indipendenza della magistratura è un caposaldo dello stato liberale. E il Csm dovrebbe destinare ai più alti uffici giudiziari i magistrati più idonei. A prescindere da appartenenze correntizie. Purtroppo, invece, spesso nella realtà hanno prevalso logiche spartitorie. Il sistema introdotto dalla Cartabia non ha cambiato nulla. Ora serve una profonda riforma”. A parlare così dalle colonne del Corriere della Sera è Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia del Senato.
Intercettazioni, Bongiorno: la legge va riformata seriamente
Sul terreno minato delle intercettazioni ci sono molti elementi su cui riflettere, dice in merito alle audizioni svolte in commissione. “In particolare mi ha colpito apprendere che attraverso i trojan si potrebbero alterare i contenuti dei cellulari”. dice la senatrice leghista. “Dunque, si potrebbero, per esempio, falsificare messaggi. Sul punto c’è una vistosa lacuna normativa”. E le critiche di questi giorni al ministro Nordio? “Polemiche inutili – taglia corto – perché la riforma ancora non c’è. La Lega è al fianco del ministro, con convinzione”.
“Meloni ha ragioni, no allo scontro con i magistrati”
Bongiorno dice poi di condividere l’appello del premier Meloni a evitare lo scontro con le toghe. “Sono d’accordo. In passato, nella stagione degli scontri, ho sempre cercato di mediare. Sulle intercettazioni – aggiunge – si potrebbero recepire alcuni paletti. In tema di utilizzabilità indicati dalla stessa giurisprudenza. Recuperando spunti di matrice garantista offerti dalle sezioni unite della Cassazione. Poi disattesi dai singoli tribunali. Anche dalla magistratura arrivano contributi importanti. È una riforma da fare con il bisturi. Si deve intervenire solo laddove serve, sia sul tema della pubblicazione sia su quello dell’utilizzazione”.
Giustizia, siamo tutti d’accordo su una riforma che agisca sull’efficienza
Berlusconi definisce irrinunciabile la riforma. Come se ne esce? “Siamo tutti allineati, vogliamo tutti riforme incisive che abbiano come punto di partenza l’efficienza della giustizia”, premette l’avvocato e parlamentare. “Ma poi la riforma dovrà essere estesa al codice penale, al Csm, alle intercettazioni e agli altri temi inseriti nel programma”. Infine uno sguardo alle opposizioni. “Cercano nella maggioranza divisioni che non ci sono. Avere idee diverse su come cambiare una norma è fisiologico. Non c’è mai un’unica soluzione tecnica. Per il resto, stiamo parlando di un dibattito astratto: prima vediamo i testi”.