Inflazione in calo a dicembre, ma pesa il record negativo del 2022: mai così alta dal 1985
L’inflazione frena a dicembre, ma la cavalcata dei prezzi al consumo fa del 2022 un anno da record: trainata all’impennata dell’energia, +50,9%, la crescita media segna un incremento dell’8,1%, il più ampio al 1985 quando fu del +9,2%. Nel 2021, la crescita era stata dell’1,9%. A certificarlo è oggi l’Istat che ha diffuso le rilevazioni provvisorie. Ora, si prevede un raffreddamento nel 2023 che, comunque, porterà già il suo “fardello” con un effetto trascinamento del +5,1%. L’anno chiude, intanto, con segnali di rallentamento: l’indice Nic mostra un aumento su base annua dell’11,6%, dopo il +11,8% di novembre, e un aumento su base mensile dello 0,3%.
I prezzi dei beni energetici rallentano l’inflazione
A dicembre il rallentamento su base tendenziale dell’inflazione è dovuto prevalentemente ai prezzi dei beni energetici, che, pur mantenendo una crescita molto sostenuta, passano da +67,6% di novembre a +64,7%, in particolare della componente non regolamentata (da +69,9% a +63,3%) e ai prezzi dei beni alimentari non lavorati (da +11,4% a +9,5%) e dei servizi relativi ai trasporti (da +6,8% a +6,0%). Un sostegno alla dinamica dell’inflazione deriva invece dall’accelerazione dei prezzi degli energetici regolamentati (da +57,9% a +70,3%), di quelli dei beni alimentari lavorati (da +14,3% a +14,9%), di quelli dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,5% a +6,2%) e dei servizi relativi alle comunicazioni (da +0,2% a +0,7%). L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +5,6% a +5,8%, mentre quella al netto dei soli beni energetici sale da +6,1% a +6,2%.
Il calo del “carrello della spesa”
In lieve rallentamento è il “carrello della spesa”: i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale da +12,7% a +12,6%, come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +8,8% di novembre a +8,5%). Secondo i calcoli della Coldiretti, l’impennata dell’inflazione ha pesato sul carrello della spesa alimentare degli italiani per quasi 13 miliardi in più per acquistare cibi e bevande. Per Confesercenti, l’inflazione resta ancora alta, ma «le notizie sul fronte dei prezzi di gas ed elettricità in calo, dovrebbero far ben sperare in un 2023 che inizia con il piede giusto ma senza facili ottimismi». Fra i sindacati la Cisl ha parlato del rallentamento dell’inflazione come di «un segnale incoraggiante». «Ma – ha aggiunto il segretario Luigi Sbarra – la situazione resta pesante. Serve un patto tra governo e parti sociali per bloccare le tariffe, calmierare i prezzi, ridurre le tasse, rinnovare i contratti, tutelare il potere d’acquisto di salari e pensioni».