Il 2022 segna il picco di malessere sociale: guerra e inflazione fanno paura a 8 italiani su 10

3 Gen 2023 9:55 - di Sara De Vico

L’anno appena trascorso ha fatto registrare un netto peggioramento del clima sociale, paura per il futuro, malessere e malinconia. Soprattutto se confrontato con il 2021. Che era stato l’anno della ripresa della tanto agognata normalità dopo la campagna vaccinale, l’anno dell’aumento del Pil. L’anno delle grandi vittorie sportive.

Sondaggio, cresce il sentimento di paura degli italiani

Lo rileva un sondaggio di Pagnoncelli per il Corriere della Sera. Che mette a fuoco lo stato d’animo degli italiani. Le paure del 2022 sono segnate da due eventi choc: il ritorno dell’inflazione e il conflitto in Ucraina. I temi economici sono al centro dei timori: rischi energetici per  l’84% degli intervistati (in aumento del 9% rispetto al dicembre del 2021). Welfare e assistenza per il 55% (più che raddoppiati a distanza di un anno). A seguire, distanziati, troviamo il tema del funzionamento delle istituzioni e la situazione politica, l’ambiente. La sanità,  l’immigrazione e la sicurezza.

Economica e guerra al centro dei ‘nuovi’ timori

L’inflazione è motivo di preoccupazione per quattro cittadini su cinque (79%) mentre solo il 7% si dichiara poco o per nulla preoccupato. Secondo gli intervistati non si tratta di un fenomeno passeggero. Solo il 28% crede che durerà al massimo per un anno. Il 31% è convinto che durerà da uno a due anni. E un altro 21%, più pessimista, prevede che durerà ben più di due anni. La guerra in Ucraina rappresenta motivo di inquietudine per tre italiani su quattro. Il 28% si dichiara molto preoccupato e il 47% abbastanza preoccupato. Fin dall’inizio del conflitto il timore riguarda più le conseguenze economiche (53%) che il rischio di coinvolgimento dell’Italia nella guerra (19%). In un anno è cambiata anche la percezione dell’aggressione russa: oggi si è ridotto il consenso per le sanzioni (46%) ed è aumentata la contrarietà (37%). Se a marzo il 57% degli italiani dichiarava di stare dalla parte dell’Ucraina, oggi la maggioranza relativa (47%, in aumento del 9%) dichiara di non appoggiare nessuno dei due Paesi. Sembra prevalere – nota Pagnoncelli – una sorta di pacifismo utilitaristico, che prescinde dal merito della vicenda.

Il pessimismo prevale sull’ottimismo per il futuro

Poco rosee le previsioni per il futuro. Nel breve prevalgono i pessimisti, il 38% prevede che la situazione economica del Paese nei prossimi sei mesi peggiorerà. Il 26% che pronostica un miglioramento e il 25% che ritiene rimarrà invariata.  Sul fronte covid quasi la metà degli italiani (47%) ritiene che con le giuste precauzioni e i vaccini il virus non rappresenti più una minaccia. Il 14% è del parere che la pandemia sia sostanzialmente finita. Nel complesso il 61% è convinto che il peggio sia alle nostre spalle. In sintesi, dopo quasi tre anni di pandemia, l’inflazione e la crisi energetica hanno aumentato il sentimento di fatica degli italiani. Insieme alla crescente domanda di protezione diminuiscono le speranze di un miglioramento complessivo della situazione. Il Paese – conclude il sondaggio del Corriere – è “sospeso” tra un presente che preoccupa e un futuro che spaventa.

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