I “gretini” dell’ambiente si autodenunciano, in campo con gli “imbrattatori” Gad Lerner e Marco Cappato

10 Gen 2023 16:34 - di Marta Lima

Un gruppo di persone si è autodenunciato in questura e chiede “di essere processato in solidarietà” con Simone Ficicchia uno dei giovani “gretini” militanti di Ultima Generazione che rischia la sorveglianza speciale dopo che, il 7 dicembre, ha imbrattato di vernice la parete e le porte del Teatro alla Scala, a poche ore dalla Prima. Una scelta che è arrivata al termine dell’udienza con cui i giudici di Milano si sono riservati (termini 30 giorni) sulla richiesta dalla questura di Pavia. Gli esponenti di Ultima Generazione sono gli stessi che avevano imbrattato le pareti del Senato.

L’autodenuncia degli ambientalisti in sostegno di Simone Ficicchia

“Se Simone è un criminale, allora siamo tutti criminali. Se lo Stato decide di reprimere un 20enne preoccupato, continuando indisturbato a condannarci a un pianeta invivibile, allora dovrà fare lo stesso con chi lotta al suo fianco” dice una delle persone che tenendo in mano copia delle denunce e dei provvedimenti emessi dalla polizia durante azioni non violente si è diretta verso via Fatebenefratelli. “Siamo qui per autodenunciarci come cittadini e attivisti. Riteniamo sia giusto ricevere lo stesso trattamento di Simone, considerato che lottiamo per le stesse cause, per avere lo stesso futuro”, ha aggiunto una delle partecipanti. Un’iniziativa che si aggiunge al presidio che si è tenuto in concomitanza con l’inizio dell’udienza e a cui hanno partecipato diverse organizzazioni e alcuni esponenti della società civile, tra cui Gad Lerner e Marco Cappato.

La pericolosità sociale dell’ambientalista

Simone Ficicchia è un attivista di 20 anni di Voghera. di cui la Questura di Pavia ha chiesto la sorveglianza speciale per «pericolosità sociale» con obbligo di dimora nel Comune dove risiede. Nelle 18 pagine del fascicolo della Questura sono circa una trentina i procedimenti aperti a suo carico per le diverse azioni svolte in questi mesi, tra blocchi del traffico e imbrattamenti. E proprio uno di questi blocchi gli è costato il foglio di via – una misura che prevede per un periodo non superiore a tre anni l’allontanamento da un Comune – da Roma

La mamma dell’imbrattatore: “Mio figlio non ha fatto male a nessuno”

“Mio figlio non ha danneggiato persone, forse ha danneggiato delle cose ma non in modo irreparabile. Noi non siamo d’accordo sui metodi usati perché la nostra generazione non fa questo, ma la nostra generazione probabilmente ha preso scelte peggiori, quindi il loro metodo non è sbagliato per forza. Tra i politici, chi ha dichiarato che questo è un movimento oltranzista e che loro sono dei delinquenti, mi sembra che abbia poca misura” le parole della mamma di Simone, studente 20enne di Voghera il quale ha ringraziato i presenti per la solidarietà. “Combattiamo insieme alle altre organizzazioni per il clima, noi blocchiamo le strade e accettiamo di essere odiati. Non ci piace quello che facciamo ma lo facciamo perché è efficace nelle condizioni estreme. E queste lo sono: abbiamo solo 3-4 anni per ridurre le emissioni e rispettare gli accordi internazionali siglati” aggiunge Michele Giuli, portavoce di Ultima Generazione.

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