Giustizia, Nordio “corregge” la legge Cartabia: si procede d’ufficio se c’è l’aggravante mafiosa

19 Gen 2023 17:30 - di Francesco De Ambra
Nordio

Giornate intensissime sul fronte della giustizia. Dopo la risoluzione sulla relazione del ministro Nordio approvata dal Senato da maggioranza e Terzo polo, è stata la volta della Camera dei Deputati. Nel frattempo, sempre su impulso del Guardasigilli, il Consiglio dei ministri colma alcune lacune provocate dalla riforma Cartabia. Un primo riferimento alla legge che reca la firma della ministra del governo Draghi era venuto dallo stesso Nordio in relazione al tema delle cosiddette “porte girevoli” in carcere. Vale a dire gli ingressi per arresto in flagranza e poi la liberazione.

Nel Cdm le nuove norme predisposte da Nordio

«La riforma di chi mi ha preceduto era andata nella giusta direzione – aveva rilevato il ministro – , perché effettivamente un arresto al quale consegue quasi immediatamente la liberazione è assolutamente irrazionale». Ben più spinosa la questione all’attenzione del Cdm. Chiamato, infatti, in questo caso, a riscrivere le norme in materia di procedibilità d’ufficio e di arresto obbligatorio in flagranza. Dopo l’entrata in vigore – il 30 dicembre scorso – della Cartabia, erano emerse gravi criticità in merito ai reati procedibili solo a querela di parte. Nel testo (ddl e non decreto) di modifica predisposto è invece scritto che la querela non è necessaria se c’è l’aggravante di mafia. In tal caso, infatti, si procede d’ufficio.

Balboni: «La lotta a Cosa Nostra si intensifica sempre di più»

Una modifica salutata con favore dalla maggioranza e da Fratelli d’Italia in particolare. Ad esprimere «soddisfazione» a nome del partito di Giorgia Meloni è stato il senatore Alberto Balboni, presidente della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama. Il parlamentare ha sottolineato anche una seconda modifica, parimenti rilevante. In base alla nuova norma preparata da Nordio, infatti, non servirà la querela neppure se chi commette il reato di lesioni è già soggetto a misure di prevenzione. «In questo modo – ha concluso Balboni – il governo di centrodestra colma una grave lacuna che la riforma Cartabia aveva lasciato aperta. Con il presidente Giorgia Meloni, la lotta alla mafia si intensifica sempre di più».

 

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