Durigon parla chiaro: “Chi perde il Reddito di cittadinanza si cerchi un lavoro, ci sono 500mila posti”
Parole definitive arrivano sul Reddito di cittadinanza da Claudio Durigon, sottosegretario leghista al Lavoro, che in una intervista a Repubblica analizza le prospettive, a suo dire incoraggianti, del mercato del lavoro. E invita coloro che percepiscono il Reddito di cittadinanza e sono in grado di lavorare di attivarsi subito per cercare uno tra i 500mila posti che secondo gli ultimi dati sarebbero messi a disposizione dalle aziende italiane: “Potenzieremo formazione e incentivi, lo Stato ha il dovere di prospettare soluzioni agli occupabili”, dice Durigon.
Il Reddito di cittadinanza e il lavoro, un incrocio possibile
Il sottosegretario al Lavoro parla chiaro e non fa sconti. “Il sistema del Reddito ha fallito: è evidente a tutti. Noi lo togliamo solo a chi può lavorare e si adagia nella sua condizione attuale. La vera sfida non è dare un sussidio, ma il lavoro. E le offerte non mancano, visto che le aziende cercano 500 mila lavoratori secondo Anpal-Unioncamere. Il nostro dovere è cercare di fare il possibile per incrociare queste esigenze con i profili dei percettori. Dopodiché vale la regola della Naspi: finita la disoccupazione, bisogna cercarsi un posto”, dice, per poi bocciare anche il salario minimo: “Non è nel menù di questo decreto. E non abbiamo intenzione di introdurlo per legge. Ma di lasciare spazio anche qui alla contrattazione tra le parti”.
L’impegno del governo sul fronte delle morti bianche
“Il 12 gennaio abbiamo un primo tavolo di confronto con le parti sociali. Il tema è molto caro alla ministra Calderone. Si tratta di un’emergenza sociale: impensabile avere mille morti all’anno. Fa male. Vogliamo capire quali settori hanno bisogno di norme più stringenti. E quali più innovative. L’Inail deve incidere di più”. Sulle pensioni Durigon annuncia: “Il 19 gennaio cominceremo a parlarne con i sindacati. Bisogna mettere tutte le vie d’uscita a sistema, intervenire in modo strutturale. Dare certezze ai giovani che hanno buchi di contribuzione in carriera, anche defiscalizzando le aziende che li coprono. Aiutare le donne e madri. E introdurre Quota 41 secca”.