Csm, trovata l’intesa sui 10 membri laici: quattro saranno indicati da FdI, con tre donne

17 Gen 2023 15:11 - di Redazione
Csm

Ha raggiunto quota 287 – tra auto-proposti e indicati da parlamentari, cioè dai partiti – il numero dei candidati “laici” per il Consiglio superiore della magistratura (Csm). L’appuntamento per la loro elezione da parte del Parlamento in seduta comune è per le 16 odierne. È prevista  fumata bianca. Se così sarà, l’organo di autogoverno della magistratura, già munito della propria componente togata, di entrare nel vivo delle sue funzioni. Infatti, a dar retta ai boatos di Montecitorio, i gruppi parlamentari avrebbero raggiunto l’intesa tra per eleggere i dieci laici ancora mancanti nel Csm.

Nel Csm, per FdI, Valentino, Bertolini, Bianchini e Natoli

Secondo le ultimi indiscrezioni, per quanto riguarda la maggioranza, quattro sarebbero i candidati indicati da Fratelli d’Italia, due quelli espressione della Lega e uno andrebbe invece a Forza Italia. Sul fronte dell’opposizione, ne toccherebbe uno a testa a Pd, M5S e Italia Viva-Terzo polo. Per quanto riguarda invece i nominativi dei futuri consiglieri, Fratelli d’Italia avrebbe indicato Giuseppe Valentino, Isabella Bertolini, Daniela Bianchini e Rosanna Natoli. Dalla Lega arriva solo la conferma per Fabio Pinelli, mentre ancora non avrebbe indicato l’altro nome da votare.

Uno a testa a Pd, M5S e Iv

Forza Italia ha scelto Enrico Aimi, il Pd Roberto Romboli mentre i nomi in corsa per M5S e Italia Viva sarebbero rispettivamente Michele Papa ed Ernesto Carbone per Italia Viva. Fuori dall’intesa i rosso-verdi di Avs, che tuttavia non hanno rinunciato a proporre un loro nome. «La nostra candidata al Csm – hanno annunciato in una nota i capigruppo di Alleanza Verdi e sinistra alla Camera e al Senato Luana Zanella e Peppe De Cristofaroè Tamar Pitch, giurista femminista che guarda al diritto di genere. Facciamo dunque una scelta trasparente e strettamente legata ad una visione del mondo. Voteremo inoltre i candidati delle opposizioni per rimarcare la nostra appartenenza di campo. Non sosterremo – concludono i due – nessun nome frutto di accordi che non ci hanno visto protagonisti».

 

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