Carburanti, il governo vara un decreto sulla trasparenza dei prezzi. Sanzioni per i “furbetti”
Il Consiglio dei ministri ha varato un decreto legge ad hoc contro il caro carburanti. La norma introduce un nuovo regime di trasparenza per la vendita dei carburanti attraverso l’individuazione di un prezzo medio nazionale da esporre ai distributori. Viene inoltre definito un impianto sanzionatorio per i trasgressori.
Il monitoraggio dei prezzi non sarà più settimanale ma giornaliero, quindi viene introdotto l’obbligo di esporre il prezzo alla pompa con sanzioni che potrebbero essere comminate dal prefetto. Sulle autostrade, l’ipotesi è di riconoscere una percentuale in più ai distributori, ma deve essere fissa.
I distributori dovranno esporre un prezzo medio nazionale di benzina e diesel
L’obiettivo è quello di una maggiore trasparenza sulle dinamiche dei prezzi, a vantaggio dei cittadini. Non a caso, prima del consiglio dei ministri il presidente del Consiglio e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti hanno incontrato il comandante delle Fiamme gialle, Giuseppe Zafarana, per fare il punto e valutare ulteriori azioni di contrasto alle speculazioni sui prezzi dei carburanti.
Il Cdm, su proposta del ministro dell’Economia Giorgetti, ha anche approvato un decreto che rinnova per il primo trimestre del 2023 dei buoni benzina per un valore massimo di 200 euro per lavoratore dipendente.
Caro carburanti, l’informativa del ministro Urso al Cdm
Il governo vuole verificare che l’aumento dei prezzi risulti in linea con il termine dello sconto sulle accise, che ci sia quindi una conseguente traslazione sui prezzi senza speculazioni. Una verifica affidata anche ai controlli che il ministero delle Imprese e del Made in Italy guidato da Adolfo Urso vuole attivare, ad esempio tramite l’implementazione dei poteri di mister prezzi, per avere un monitoraggio costante ed evitare quindi fenomeni di speculazione.
In queste ore, il Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Roberto Rustichelli, ha scritto al Comandante Generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, chiedendo la collaborazione del Corpo al fine di acquisire la documentazione inerente ai recenti controlli effettuati sui prezzi dei carburanti, con particolare riferimento alle violazioni accertate.
Caro carburanti: il taglio delle accise costerebbe un miliardo al giorno
Alla richiesta delle opposizioni di mantenere il taglio delle accise, ha risposto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, intervenendo a RaiNews24. “La decisione del governo di non confermare il taglio delle accise sulla benzina non è stata presa a cuor leggero – ha premesso Ciriani – anzi è stata una decisione molto meditata e molto sofferta. Una misura che – ha ricordato l’esponente di FdI – costa oltre un miliardo di euro al mese”.
Il governo ha invece “deciso di utilizzare quelle risorse per finanziare l’aumento delle pensioni minime, il taglio del cuneo fiscale e la rivalutazione delle pensioni minime: tutte misure sciali. È chiaro, aggiunge Ciriani, “che se ci sarà la possibilità, se i conti lo consentiranno, appena possibile interverremo per ridurre anche il costo della benzina”. Il ministro ha ricordato inoltre che il governo ha appena “investito oltre 30 miliardi di euro per il taglio del costo delle bollette”.
Rampelli: “L’Antitrust si muove solo ora, il mio esposto è del marzo 2022”
“A marzo del 2022 ho presentato l’esposto all’Autorità Garante del Mercato e della Concorrenza per chiedere di verificare la legittimità dell’aumento esponenziale del carburante. Un aumento che risultava a nostro giudizio ingiustificato già all’epoca, visto che le scorte in vendita erano state acquistate mesi prima a prezzi ordinari e la guerra russo ucraina non poteva aver alterato il mercato in maniera così pesante. Analoghi esposti furono presentati da alcune associazioni di consumatori, anch’essi ignorati”. È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli, di Fratelli d’Italia.
“Apprendo oggi che l’autorità sta chiedendo i documenti alla Guardia di Finanza. Meglio tardi che mai, anche se corre l’obbligo di ricordare il dovere istituzionale delle Autorità di garantire e difendere i cittadini dalle distorsioni e dalle attività speculative cui è sottoposto il mercato a causa di interessi economici famelici e settoriali. Anche l’impennata al prezzo del gas non ci risulta sia stata esplorata tempestivamente dalla nostra Autorità, è arrivata perfino prima l’Ue… Ci auguriamo che la conclusione dell’indagine impieghi meno tempo della sua apertura”, conclude l’esponente di FdI.