Beppe Alfano, 30 anni dopo: Mattarella ricorda il giornalista e militante missino ucciso dalla mafia

8 Gen 2023 13:05 - di Guido Liberati
Beppe Alfano

A 30 anni dall’assassinio del giornalista Beppe Alfano, militante di destra ucciso dalla mafia per aver scoperchiato nelle sue inchieste interessi illeciti e corruzione, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto ricordare quel tragico giorno con una dichiarazione.

L’omaggio solenne di Mattarella a Beppe Alfano

“Nel trentesimo anniversario dell’uccisione di Giuseppe Aldo Felice Alfano – si legge nella nota diffusa dal Quirinale – mi unisco al cordoglio dei familiari, ricordando il suo inestimabile impegno civico. Beppe Alfano fu vittima di un vile attentato di matrice mafiosa mentre era alla guida della sua auto: un evento tragico che sconvolse la Città di Barcellona Pozzo di Gotto. I valori di legalità e giustizia, fondamento del nostro sistema democratico, a cui Alfano si ispirava nello svolgimento della sua attività, non furono scalfiti da un delitto così spregevole”.

“Con le sue inchieste – prosegue il Capo dello Stato – Beppe Alfano narrava una realtà complessa. Con l’obiettivo di svelarne le verità contro ogni forma di connivenza e corruzione. La lotta alla criminalità organizzata era per lui un impegno da perseguire con dedizione, all’insegna di una società libera dalla sopraffazione. Una dedizione che è rimasta impressa nella memoria collettiva: la sua immagine rappresenta un modello per le generazioni di ogni tempo. Il contrasto alle mafie è una responsabilità comune. Il contributo di ciascuno è elemento imprescindibile per una effettiva cultura della legalità che sia esperienza e dovere sociale. La Repubblica – conclude Mattarella – rende omaggio alla sua memoria”.

Giornalista scomodo ucciso dalla mafia: i responsabili condannati solo nel 2006

Beppe Alfano fu ucciso l’8 gennaio 1993 a Barcellona Pozzo di Gotto. Si trovava all’interno della sua automobile. Il sicario della mafia gli sparò in bocca con una colt 22. Alfano aveva 47 anni, una moglie e tre figli. Viveva con lo stipendio di insegnante. Aveva due grandi passioni: la politica e il giornalismo d’inchiesta. – Con la sua attività giornalistica, che svolgeva per le emittenti locali e come corrispondente del quotidiano La Sicilia di Catania, fece emergere alcuni scandali: appalti irregolari, un traffico di stupefacenti e di armi, intrecci tra mafia, amministrazioni locali e massoneria. Nel 2006, con la condanna di Nino Merlino, quale esecutore materiale e del boss Giuseppe Gullotti, come mandante, si arrivò alla verità processuale: fu la mafia a ucciderlo.

Varchi: “Il suo ricordo diventi patrimonio condiviso”

“Trent’anni fa moriva Beppe Alfano, militante di destra, sindacalista, docente e corrispondente del quotidiano ‘La Sicilia’, assassinato dalla mafia perché raccontò storie di interessi illeciti, corruzione e infiltrazioni. Grazie al Presidente Mattarella per aver ricordato Alfano, un siciliano di cui tutti siamo orgogliosi. Il suo ricordo diventi patrimonio condiviso per onorarne la memoria e non dimenticarne il sacrificio, in attesa che sia fatta piena luce sulla vicenda”. Così in una nota Carolina Varchi, deputata di Fratelli d’Italia e vicesindaco di Palermo.

Antoniozzi: “Beppe Alfano era di quel Msi che oggi criticano”

“Trent’anni fa veniva barbaramente ucciso dalla mafia Beppe Alfano, giornalista coraggioso e anche uomo di quella destra missina che oggi viene criticata ma che ha dato grandi uomini alla nostra nazione”. Lo afferma Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. “Ringrazio il presidente Mattarella per averlo ricordato – aggiunge trent’anni dopo quell’omicidio che ancora oggi non ha avuto giustizia. Beppe Alfano era un uomo coraggioso – continua Antoniozzi – e anticonformista al punto di rifiutare l’iscrizione all’albo dei giornalisti. Fu ucciso perché cercava verità nell’interesse della Sicilia che amava molto – prosegue ancora Antoniozzi – e nel sogno di estirpare il cancro della mafia da quella meravigliosa isola. Le parole del presidente Mattarella – conclude Antoniozzi – confortano nel ricordo di un uomo che ha dato la sua vita per la legalità”.

Amorese: “Per la nostra comunità resta un eroe”

“L’8 gennaio ricorre il trentesimo anniversario della morte di Beppe Alfano, il giornalista siciliano ammazzato dalla mafia. Il ricordo del suo impegno civile è ancora vivo in noi: Beppe sfidò a viso aperto la mafia, denunciando malaffare e intrecci con la politica. Una guerra quella di Beppe, combattuta da cronista vero, con le sole armi delle parole e della verità. Beppe non ha mai nascosto le sue idee di destra. Per la nostra comunità resterà un eroe, le sue battaglie per la legalità hanno ispirato e continueranno a ispirare la nostra azione nelle Istituzioni”. A dirlo il deputato di Fratelli d’Italia Alessandro Amorese, capogruppo di FdI in commissione Cultura e Istruzione.

Oggi le commemorazioni a Palermo e a Barcellona Pozzo di Gotto

Oggi, domenica 8 gennaio, la famiglia ricorderà il giornalista a Palermo, con una messa che si terrà presso la Chiesa di San Francesco di Paola, alle 18.30. Invece, a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), la sua città natale, è in programma un’altra messa promossa dal Comune.

Ossigeno per l’informazione ripubblicherà il libro di Sonia Alfano “La zona d’ombra. La lezione di mio padre ucciso dalla mafia e abbandonato dallo Stato”, edito da Rizzoli nel 2011 e fuori commercio. La pubblicazione in formato ebook fa parte del progetto editoriale dedicato a ricostruire le storie dei giornalisti italiani uccisi e a fornire documenti per approfondire le loro vicende. Le pubblicazioni saranno presto disponibili e scaricabili in formato free ebook sul sito di Ossigeno giornalistiuccisi.it

 

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