Autonomia rafforzata, Foti detta i tempi: «Tutte le nostre riforme saranno ultimate entro la legislatura»

16 Gen 2023 15:56 - di Michele Pezza
autonomia

Calma e gesso, come usano raccomandare gli assi del biliardo. Ne hanno bisogno maggioranza e governo in materie di riforme istituzionali. Il clima pre-elettorale (si vota in Lombarda e Lazio, e scusate se è poco) non aiuta. La Lega, anche per questioni di bottega interna, vuole passare subito all’incasso dell’autonomia rafforzata. Il ministro Calderoli marcia a tappe forzate, e questo fa dire a Salvini che il progetto vedrà la luce entro l’anno in corso. Ma intanto ci sono da definire i Lep (Livelli essenziali delle prestazioni), senza i quali nessun passo avanti è possibile. Forza Italia, dal canto suo, raccomanda prudenza.

Il capogruppo FdI: «Ci prenderemo il tempo necessario»

L’onere della sintesi spetta a Fratelli d’Italia che attraverso il capogruppo alla Camera Tommaso Foti invita gli alleati a darsi un orizzonte di legislatura. «Ci sono cinque anni a disposizione e li utilizzeremo tutti – confida al Messaggero -. La maggioranza si prenderà il tempo che serve». FdI, del resto, non ha mai fatto mistero di voler far procedere in parallelo le riforme istituzionali. Tanto più ora che in cantiere non c’è solo l’autonomia differenziata ma anche il presidenzialismo e, infine, il ripristino delle Province. Farle a “spicchi” farebbe venir quella visione d’insieme invece necessaria quando si tratta di apportare modifiche alla Costituzione.

Pd in confusione sull’autonomia differenziata

Ma di calma e gesso ha bisogno anche l’opposizione. Qui, infatti, tra i fattori condizionanti c’è anche il congresso del Pd. Basti pensare che tra i candidati a succedere a Enrico Letta svetta Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna. In tale veste, con gli omologhi di Veneto e Lombarda, i leghisti Zaia e Fontana, è tra quelli che ha chiesto maggiore autonomia per la propria regione. Ora, però, la candidatura al congresso in uno con l’esigenza di non perdere voti al Sud lo ha costretto però a frenare. Risultato: la posizione del Pd sulle riforme e sull’autonomia rafforzata in particolare, è incomprensibile. Chiedono di non stravolgere la Costituzione, dimenticando o fingendo di dimenticare che lo hanno già fatto loro.

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