Tra voglia di rivalsa e diplomazia dello sport: perché Francia-Marocco è una partita anche politica

12 Dic 2022 14:08 - di Redazione
francia marocco

Non solo una partita di calcio, ma una sfida dai molti risvolti storici e politici. Anche per questo, Francia-Marocco, che si disputerà mercoledì, già si caratterizza come uno dei match più attenzionati di questo mondiale.

La prima grande sfida tra Francia e Marocco

L’incontro, al quale assisterà anche il presidente Emmanuel Macron, è il primo tra le due squadre in una grande competizione. Prima c’erano state cinque amichevoli, finite con tre vittorie per i blues, un pareggio e una vittoria per i Leoni dell’Atlas. L’ultimo match tra le due nazionali, un pareggio 2 a 2, è avvenuto il 16 novembre 2007 a Parigi. Dunque, c’è un interesse sportivo specifico intorno alla partita, che però porta con sé molte altre suggestioni: il Marocco è stato sotto protettorato francese dal 1912 al 1956. A differenza dell’Algeria, tuttavia, come ricorda l’Adnkronos, il processo di decolonizzazione è avvenuto più rapidamente e in modo molto meno violento.

La nascita del protettorato francese del Marocco

Il protettorato francese del Marocco nasce con il trattato di Fez, il 30 marzo 1912, tra il sultano del Marocco Moulay Abdelhafid e la Francia. Hubert Lyautey, il primo governatore militare, intraprese da allora la “pacificazione” del Marocco, malgrado lo scoppio della Prima guerra mondiale, e lasciò una traccia profonda nella società e nell’urbanesimo marocchino. Tra il 1921 e il 1926 il protettorato fa fronte a una violenta insurrezione guidata da Abd el-Krim che alla fine viene piegata dal maresciallo Philippe Pétain, insieme alle truppe spagnole.

La nascita dei movimenti nazionalisti e l’indipendenza

Con il conseguente rafforzamento del controllo del Marocco da parte della Francia, iniziano a svilupparsi i primi movimenti nazionalisti soprattutto dopo la sconfitta della Francia nel 1940 dopo l’invasione della Germania nazista. Al termine della seconda guerra mondiale il sultano Mohammed, il futuro Mohammed V, rivendica l’indipendenza del Marocco. Mohammed V, che era stato esiliato a Madagascar (1953-55) nel 1956, approfittando del fatto che la Francia, appena uscita dalla disastrosa guerra in Indocina, era alle prese con la guerra in Algeria e con la rivolta nazionalista in Tunisia, negozia la piena indipendenza del Paese.

La questione migratoria e le tensioni attuali

Recentemente i rapporti tra la Francia e il Marocco hanno conosciuto alti e bassi. Nel 2021 le rilevazioni intorno al caso Pegasus inasprì i rapporti tra i due Paesi: il Marocco, infatti, aveva intercettato un migliaio di francesi tra cui niente di meno che il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron. La riduzione drastica del numero dei visti accordati da Parigi ai Paesi del Maghreb, da oltre un anno, inoltre è stato vissuta come una profonda ferita per i marocchini. Questa decisione, in particolare, era stata presa da Parigi per protestare contro la reticenza del Marocco a riprendere i suoi connazionali in situazione irregolare in Francia.

Il braccio di ferro sul Sahara Occidentale

Ma non solo. Tra i motivi di tensione c’è anche la questione del Sahara Occidentale. «In questo conflitto che dura da quasi mezzo secolo, il Marocco – ricorda Les Echos – si oppone alla soluzione dell’Onu che prevede un referendum di autodeterminazione, mettendo in avanti l’interferenza dell’Algeria, che sostiene i separatisti del Fronte Polisario. Rabat si aspetta dai suoi alleati un chiaro appoggio al suo piano presentato nel 2007 che prevede un’ampia autonomia di questa provincia che sarebbe sotto la sovranità marocchina. “La questione del Sahara è il prisma attraverso il quale il Marocco guarda il mondo”, ha avvertito il re Mohammed VI ad agosto». La Francia in questo dossier, ricorda il quotidiano economico francese, è presa tra due fuochi, tra Algeri e Rabat. «La Francia – osserva Les Echos – si mantiene in una posizione di compromesso: il piano di autonomia del Marocco è giudicato non come “la miglior soluzione” possibile, ma come “una base per discussioni serie e edibili in vista di una soluzione negoziata”».

La “diplomazia dello sport” sotto i riflettori

All’inizio del mese di novembre, comunque, è ripreso il dialogo tra Parigi e Rabat. E secondo alcune indiscrezioni Macron e il re Mohammed VI hanno avuto anche una conversazione telefonica in vista di una possibile visita di Stato del presidente francese all’inizio del 2023. La semifinale tra Francia e Marocco potrebbe quindi rappresentare anche l’occasione per riallacciare definitivamente i rapporti tra i due Paesi che sono storicamente fortemente legati. In Marocco vivono circa 51 mila francesi, mentre in Francia vivono circa 700mila francesi di origine marocchina, tra cui tanti sono diventati punti di riferimento: l’ex ministro della Giustizia gollista Rachida Dati, l’ex ministra dell’Istruzione socialista Najat Vallud-Belkacem, che è nata a Beni Chiker o lo scrittore franco marocchino Tahar Ben Jelloun. A livello economico, la Francia è il secondo partner commerciale del Marocco.

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