Sgarbi: «Demolire San Siro è insensato. Ecco come faremo a vincolarlo: l’iter è già partito»

17 Dic 2022 8:39 - di Eleonora Guerra
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Salvare San Siro, per il suo valore storico e simbolico, ma anche perché la demolizione è «insensata». Il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, annuncia che al ministero è già partito l’iter per tutelare lo storico stadio di Milano – «il monumento», lo chiama – e che «a breve lo firmerà il direttore generale del ministero». Contro la demolizione dello stadio si è creato un grande fronte trasversale, che va dall’Associazione gruppo verde San Siro, a Milly Moratti, da Silvio Berlusconi e Matteo Salvini a Ignazio La Russa, che sul tema un paio di mesi fa ha voluto incontrare personalmente Giuseppe Sala per esporgli perché la demolizione era anti economica e come lo stadio possa avere una nuova vita. Argomenti che trovano sponda da destra a sinistra, ma rispetto ai quali il sindaco resta insensibile.

Sgarbi: «Avviato l’iter per vincolare San Siro»

«A Milano non c’è nessuno che abbia detto di volerlo buttare giù e spendere 50 milioni per abbatterlo è davvero assurdo», ha ricordato Sgarbi in una intervista a Repubblica di oggi, nella quale ha spiegato che per salvare San Siro si punterà sul suo valore simbolico, sulla « sua importanza in quanto memoria storica per i tifosi, per Inter e Milan e per Milano». Perché, se la sovrintendenza ha respinto la richiesta di vincolo alla luce del fatto che del progetto originale del 1926 resta poco, il Codice dei beni culturali prevede che un monumento possa essere comunque meritevole di tutela in virtù di ciò che rappresenta.

La demolizione costerebbe 50 milioni di euro: «Insensata»

C’è un esempio portato da Sgarbi per chiarire di cosa si parli: «Se si realizza un brutto monumento dedicato a Falcone e Borsellino nessuno può buttarlo giù neanche dopo dieci anni. La sua forza – ha spiegato il sottosegretario – è la memoria, quello che quel monumento significa per la collettività, un valore immateriale che va rispettato e tutelato a prescindere dalla bellezza dell’opera. Lo stesso vale per il Meazza, che è lo stadio dei milanesi». Dunque, «non mi si dica che è una posizione di Vittorio Sgarbi contro il sindaco Sala».

La salvezza di San Siro chiesta da un fronte trasversale. L’impegno di La Russa

«Non è un mio capriccio. Ho interpretato un’istanza molto ampia, appoggiata da destra e da sinistra», ha proseguito Sgarbi, ricordando che «c’è un documento dell’Associazione gruppo verde San Siro che spiega tutto chiaramente, ma ai tempi la sovrintendente non seguì le indicazioni per mancanza di rigore». E ancora, «Milly Moratti, che non è certo una persona di centrodestra, mi ha contattato più volte per chiedermi di intervenire. L’ho fatto avendone l’autorità». «Il tema delle deleghe a cui si appella Sala – ha chiarito Sgarbi – è una fesseria: come sottosegretario posso dare un’indicazione politica che legittima l’azione di una sovrintendenza». E i costi di mantenimento? «Milano è la città più ricca d’Italia, non avrà problemi», ha ricordato Sgarbi, mentre a ottobre, nel suo incontro con Sala, La Russa aveva illustrato i possibili riutilizzi di San Siro e in che modo si sarebbe potuto automantenere, risparmiando inoltre alla collettività i costi della demolizione.

Sgarbi: «La candidatura di Moratti? È perfetta per far vincere il centrodestra»

Infine, una notazione sulle regionali. Teresa Monestiroli, che firma l’intervista, ha chiesto al sottosegretario cosa ne pensi della candidatura di Letizia Moratti a presidente della Regione, dato che lui fu assessore alla cultura nella sua giunta. «Moratti – ha risposto Sgarbi – è un piccolo Calenda di Milano, destinato alla sconfitta come Calenda. Lui ha fatto tutto con il Pd e poi se n’è andato; lei è sempre stata nel centrodestra e ora l’ha lasciato e non capisco secondo quale logica una persona di centrosinistra dovrebbe votarla». «Prenderà consensi solo dal centro di Milano e da quella borghesia che incarna, non certo a Sondrio, Mantova e Como. Con il supporto della lista Calenda può arrivare al massimo al 13%. È la candidatura perfetta – ha concluso Sgarbi – per far vincere il centrodestra».

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