Meloni, “resto Giorgia”, più determinata che mai. E su Pnrr e manovra: “Pronti a lavorare anche nelle feste”

4 Dic 2022 10:24 - di Ginevra Sorrentino
Meloni

«Voglio restare me stessa. Non voglio che la gente pensi che non sia più la stessa persona in cui crede. Solo perché è diventata presidente del Consiglio». Giorgia Meloni lo dichiara nel corso di una brillante ed esaustiva intervista rilasciata a la Repubblica, e lo ha dimostrato dal primo istante della sua investitura istituzionale. Stesso ardore, stessa passione politica, stessa determinazione e un coinvolgimento emotivo aumentato in proporzione all’accrescimento di responsabilità e oneri.

Meloni, l’intervista a “Repubblica”: «Resto Giorgia»

«Ed è per questo che – spiega la premier – in conferenza stampa, “ho risposto a tono” alle domande dei giornalisti. Esattamente come sarebbe accaduto sei mesi fa o sei anni fa. Perché se c’è una cosa che mi fa perdere la pazienza è la mancanza di rispetto. Io sono orgogliosa di quel che ho fatto nella vita, di come ho costruito il mio percorso dal nulla. E non sopporto coloro che ironizzano e pensano di avere a che fare con la ragazzina alla quale poter sempre insegnare qualcosa. E e da trascinare di tanto in tanto nel fango: basta tirarla giù ed è fatta. Io non mi faccio tirare giù. Non lo permetterei a nessuno», rimarca la Meloni.

Meloni sul Pnrr: «Su 55 obiettivi da centrare a noi ne hanno lasciati 30»

Giorgia resta Giorgia, un passo diverso il suo rispetto a quello di chi l’ha preceduta e con un lascito importante ricevuto da Mario Draghi. Rispetto al quale nel colloquio con il quotidiano diretto da Molinari, la premier spiega: «Col mio predecessore ho dialogato con grande profitto nella fase di transizione. Sono al servizio delle istituzioni e non criticherò mai chi ha ricoperto la carica fino a poche settimane fa. Ma – sottolinea anche la Meloni – è un dato incontrovertibile che dei 55 obiettivi da centrare entro fine anno a noi ne sono stati lasciati 30». Ma, aggiunge anche a stretto giro, «sono fiduciosa che recupereremo». Del resto, assicura, «Raffaele Fitto sta portando avanti un ottimo lavoro. E bene ha fatto a suonare la sveglia a tutti i centri di spesa. Detto questo, se qualcosa mancasse all’appello non sarebbe colpa nostra», puntualizza. «Sarà inevitabile piuttosto nel 2023 cambiare qualcosa per rendere più celere e più fluida la capacità di utilizzo dei fondi».

E sulla Manovra: «No esercizio provvisorio, pronti a lavorare anche in giorni di festa»

Prima però, e prima della fine dell’anno, ci sarà la manovra da approvare. E rischio slittamento, esercizio provvisorio, non solo possibilità che Giorgia Meloni vuole prendere in considerazione alla prova della sua prima legge di bilancio. Infatti spiega: «Davvero siamo pronti a lavorare anche nei giorni di festa pur di approvarla: non ci trascineremo certo fino all’esercizio provvisorio». E nel confermare l’impegno assicurato, la premier rileva anche: «Non era scontato mettere su una manovra complessa come questa in poche settimane. Sono orgogliosa del risultato raggiunto: la gran parte delle risorse disponibili saranno destinate ad alleviare i contribuenti italiani alle prese col caro bollette».

Reddito di cittadinanza, la missione è proporre l’alternativa lavoro

E nel mezzo, di sicuro, ancora settimane di confronto parlamentare, specie sulla vexata quaestio Reddito di cittadinanza. rispetto alla quale, con la coerenza e la schiettezza di sempre, Giorgia Meloni anche a Repubblica ribadisce: «Siamo arrivati al paradosso che multinazionali impegnate nella posa di fibre ottiche in Italia devono selezionare e assumere lavoratori immigrati perché pare non si trovi manodopera italiana. Ma come? Con le centinaia di migliaia di beneficiari del sussidio in cerca di un lavoro?», è la domanda retorica che si pone il presidente del Consiglio.

«Ma il governo continuerà a tutelare tutte le categorie fragili»

«Io penso – prosegue poi – che a queste persone vadano proposti lavori come questo. Perché parliamo di assunzioni fatte sulla base di contratti collettivi nazionali, con stipendi dignitosi e tutte le tutele del caso. E certo puoi anche rifiutare, ma in quel caso non puoi pretendere che a mantenerti sia lo Stato: quindi il beneficiario del reddito decade. È un problema culturale. Deve cambiare il modo di pensare di molti». «Cosa diversa – conclude quindi sul punto la Meloni – sono le persone che abili al lavoro invece non sono e tutte le categorie fragili che continueremo a tutelare».

Migranti, Meloni: «L’Europa deve farsi carico del problema»

Infine, come noto, tra le sfide nell’agenda del governo spicca in alto la questione migranti. E ancora una volta, Giorgia Meloni non ha incertezze nell’esporre la linea che il governo di centrodestra ha cominciato a tracciare. «Il problema è semplice. L’Europa, come andiamo dicendo da tempo, deve farsi carico del problema perché l’Italia non può più accettare che la selezione la facciano gli scafisti», ribadisce la premier a chiare linee.

«Non accettiamo più selezioni fatte dagli scafisti»

Quindi, la premier aggiunge: «A Macron, col quale ci siamo scambiati dei messaggi dopo la tragedia di Ischia, l’ho anche detto. I 38 migranti accolti Oltralpe non risolvono il problema. Del resto, loro, come i tedeschi e altri, possono davvero decidere alla frontiera chi ha requisiti e chi no all’ingresso. Chi può essere utile come manodopera per le aziende, e chi no. Da noi, ripeto, la selezione via mare la fanno i trafficanti che gestiscono i barconi. Non è più accettabile. Bisogna fermare questo mercato. L’Italia – insiste Meloni – non può essere il solo Paese costretto a pagare il costo delle ondate di migrazione dall’Africa».

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