Lazio, il programma di Rocca: liste d’attesa, mobilità, lotta alla corruzione, umanizzare i servizi
“Le mie priorità sono la mobilità e la sanità. Eliminerò le liste d’attesa nel pubblico e terrò alta l’asticella contro la corruzione”. Sono alcuni punti sui quali si sofferma il candidato del centrodestra nel Lazio, Francesco Rocca, in una lunga intervista sulla Stampa oggi in edicola. Rocca, 57 anni, avvocato, ex Fronte della Gioventù, negli ultimi dieci anni è stato a capo della Croce rossa dalla quale si è appena dimesso per candidarsi alla presidenza della Regione Lazio. Prima di diventare manager della Sanità e occupare il posto più alto della Croce Rossa ricordiamo l’impegno come commissario all’ospedale Sant’ Andrea. E un passato anche da avvocato penalista. «Ho difeso importanti collaboratori di giustizia tanto da finire nel mirino della mafia. Per cinque anni ho vissuto sotto scorta».
Lazio, Rocca: “Diminuire gli intasamenti dei pronto soccorso è prioritario”
Sostiene di aver deciso di affrontare l’agone politico “Per mettermi al servizio della collettività. Il mio obiettivo è quello di migliorare la vita dei cittadini laziali, soprattutto sul fronte della mobilità e della sanità, che negli ultimi dieci anni è rimasta congelata». Un programma impegnativo in un confronto con il candidato del centrosinistra, Alessio D’Amato, attuale assessore alla Sanità, che si profila quasi come un derby nel settore sanitario. «Eliminare le lunghe liste d’attesa nel settore pubblico, perché non ha senso che solo chi ha soldi possa curarsi più celermente nel privato; diminuire gli intasamenti dei pronto soccorso e migliorare l’umanizzazione dei servizi». Ribadisce le priorità a cui mettere subito mano in caso di vittoria.
Rocca: “Rampelli, uno dei migliori politici che conosca”
“Perché alla fine hanno scelto lei e non Fabio Rampelli, che partiva favorito?, gli chiedono. nella “rosa” dei candidati possibili figurava da tempo anche il vicepredisente della Camera. Rocca risponde: «Lui è uno dei migliori politici che conosca. Non spetta a me dirlo, ma alla coalizione». Quanto a D’amato, rocca non disconosce il suo lavoro durante il periodo clou del Covid. «Ma è anche vero che disponeva di sovvenzioni infinite. E poi – rimarca Rocca- anche noi come Croce Rossa abbiamo offerto un grande contributo: pensiamo anche solo alle vaccinazioni con i nostri quattro grandi hub a Termini, Fiumicino, Porta di Roma e Tor Vergata». Vincere la sfida è possibile, è ottimista: «Credo di sì. I cittadini capiranno che il metro per valutare D’Amato non sono i due anni di Covid, ma gli altri otto in cui non ha ottenuto granché».
Il fango dei giornaloni
Prima ancora che di programmi, ha però subito dovuto render conto del suo passato da diciannovenne. E proprio mentre inizia un lavoro delicato, ossia preparare la squadra di assessori da presentare agli elettori, i giornaloni si cimentano nel loro sport preferito: rivangare un passato adolescenziale e buttarglielo addosso. Ma è un buco nell’acqua: si tratta di una pagina giudiziaria di una vita fa, legata allo spaccio di droga, che è lo stesso candidato a non voler nascondere: «Non posso e non voglio nascondere il mio passato. Ma sono trascorsi 38 anni, all’epoca ne avevo solo 19 ed ero pieno di problemi e fragilità. Mi creda- dice a Grazia Longo che lo sfruguglia ancor prima di parlare di programmi- : fatico a parlarne ancora oggi. Ma mia madre da lì a poco sarebbe morta per un cancro, ero molto sofferente e iniziai a usare gli stupefacenti. Vivevo ad Ostia, che non è proprio un ambiente tranquillo, e sono finito in un giro di amicizie sbagliate. Ma ho pagato il conto con la giustizia: mi sono fatto un anno agli arresti domiciliari e ho iniziato un proficuo percorso di recupero».
Lazio: “Lusingato di essere stato indicato da tutta la coalizione”
E’ stato così – racconta- che ha iniziato a studiare Legge: “Mi sono poi laureato in soli tre anni e mezzo. Appena tornato libero ho cominciato a impegnarmi nel volontariato con la Caritas, devo molto a Don Luigi Di Liegro. E da allora non ho mai smesso di essere in prima linea sul sociale. E’ evidente che oggi sono un’altra persona. L’ho dimostrato negli anni anche con la mia professione». Ora si sente espressione di unua candidatura unitaria. «Da studente militavo nel Fronte della gioventù, come molti esponenti di Fratelli d’Italia. Ma sono lusingato d’essere stato indicato da tutta la coalizione».