La strage della riunione di condominio e il killer di Prati: c’è una legge che va cambiata subito

11 Dic 2022 13:33 - di Mario Campanella
strage condominio

L’ennesima strage, che non sia impunita: un uomo va a una riunione di condominio, armato, estrae l’arma e fa fuoco all’impazzata. Uccide tre donne, una quarta persona è in fin di vita. Fortuna vuole che l’arma si inceppi, perché altrimenti la mattanza sarebbe stata ancora più tragica.

Succede a Roma, laddove solo qualche settimana fa un altro criminale aveva ucciso tre povere donne nell’arco della stessa giornata.

Sembra una sceneggiatura di Tiziano Sclavi, l’ideatore di Dylan Dog, molto più che un fumetto ma la narrazione del vero male che si nasconde nelle pieghe della nostra fragile normalità.

L’assassino della strage del condominio è stato arrestato e ora, statene certi, i suoi difensori (legittimamente ci mancherebbe) invocheranno qualche disturbo dì personalità come unica possibilità di sfuggire all’ergastolo.

Cos’altro potrebbero fare dinanzi a una flagranza di reato così evidente? Glielo consente la giurisprudenza italiana, l’unica nel mondo a prevedere la possibilità di sostanziali sconti di pena nei casi di disturbi dì personalità.

Per essere ancora più chiari, è probabile se non certo che ognuno di noi, se visto da vicino, avrebbe tratti di personalità ai confini con il disturbo.

De Pau, il criminale del quartiere Prati, era fuori grazie a questo artifizio.

E siccome noi siamo ancora il Paese dell’indignazione che scema, tra qualche mese sarà possibile che il signore dì stamattina in qualche modo se la cavi.

Per questo la proposta di legge preannunciata dal vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi, che cambia la norma su infermità e seminfermità mentale è urgente. Introduce la discriminante psicotica nella valutazione, eliminando un sotterfugio dietro al quale centinaia di criminali l’hanno fatta franca. Di fatto uccidendo un’altra volta quelle vittime innocenti frutto non dì follia ma di crimine. Ed è per loro che bisogna agire.

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