Italo Bocchino zittisce Padellaro dalla Gruber: “Perché il Qatargate fa tre volte schifo” (video)

16 Dic 2022 11:10 - di Federica Argento

Il Qatargategate? “Fa schifo tre volte”. Italo Bocchino, ospite nel salotto di Lilli Gruber a “Otto e mezzo”, non usa perifrasi per commentare la gravità delle euromazzette che stanno travolgendo le istituzioni europee e la sinistra in primis. Il direttore editoriale del Secolo d’Italia ne discute in un vivace dibattito con Antonio Padellaro, Alessandro De Angelis.

Italo Bocchino a Gruber e Padellaro: “Il Qatargate, provo schifo tre volte”.

Mentre il fondatore del Fatto Quotidiano si sofferma sulla reazione da “Asilo Mariuccia” del Pd e di Articolo 1; e discetta sul perché la destra non abbia infierito nei toni sullo scandalo del vorticoso giro internazionale di tangenti; Italo Bocchino si sfoga con un intervento veemente che zittisce i colleghi. Una condanna senza se e senza ma, che travolge e “azzera” la sinistra tutta.  “Tutto questo mi fa schifo tre volte- scandisce-. Mi schifo e basta”. Tre sfaccetture di una vergogna che il direttore editoriale del Secolo addita all’attenzione di presenti e ascoltatori. “Mi fa schifo perché queste persone sono state trovate con pacchi di soldi in casa, nei sacchi, nei trolley in un modo ignobile, sgradevole addirittura a vedersi. Non solo: fa schifo perché si sono venduti sui diritti umani, un valore che la sinistra rivendica”.

Italo Bocchino: “Qual è la cosa più grave del Qatargate”

Terzo elemento di “schifo“, forse più grave ancora di tutto il resto – spiega-  è che questi personaggi si sono venduti a potenze straniere“. Elemento ancora più inaccettabile. In studio, sul punto, tutti annuiscono. Le indagini del Qatargate colpiscono, al momento, Antonio Panzeri, ex parlamentare Pd e Articolo Uno, l’ex vicepresidente dell’Europarlamento, Eva Kaili, eletta nelle liste del Movimento socialista panellenico e il compagno. Più tutto un sottobosco di burocrati e una sessantina di europarlamentari. Il peggio, forse, deve ancora venire. Tutto il quadro dimostra una cosa sola, spiega Italo Bocchino: “E’ la pietra tombale sulla superiorità della sinistra”.

Italo Bocchino zittisce Padellaro

Già, la tanto sbandierata superiorità declamata con il ditino alzato. Padellaro tenta di rintuzzare, minimizzare l’affermazione, dicendo che “la storia della superiorità è una fesseria, che non so chi ha inventato. Qui -dice- siamo di fronte a una serie di personaggi presi con le mani nella marmellata. Ma da qui a coinvolgere un’intera classe dirigente della sinistra no! -. I dirigenti sono onesti e perbene, è inaccettabile dire che a sinistra sono tutti mazzettari”. Al che Bocchino ha assestato il colpo decisivo, prendendosi la parola, con molta calma: “Io non ho detto che sono tutti mazzettari, ho detto che ci sono mazzettari di sinistra con 600mila euro nei trolley. Lorsignori volevano spiegare all’Europa che i diritti umani in Qatar erano perfetti. Questo fa schifo – ribadisce -. Ci sarà almeno una ‘culpa in vigilando’“?

“Solo FdI ha al centro al questione morale, per storia e per la rigidità di Meloni”

Il discorso è ampio e al di là della mozione di principio di Padellaro (“non tutti a sinistra sono mazzettari”) il direttore editoriale del Secolo pone la questione che è il punto nevralgico della vicenda corruttiva. “Ci sarà una sbagliata selezione della classe dirigente? Almirante e Berlinguer non avrebbero mai permesso a personaggi simili di varcare la soglia del loro partito”. A tal riguardo fa notare come Fratelli d’Italia sia il partito che più ha le carte in regola in tal senso, provenendo da una tradizione di scuola di partito, più lontano dai rischi di corruzione. Oggi la questione morale è solo FdI a porla. Da dove sono usciti Panzeri, Soumahoro. Un tempo si guardavano ai curricola anche dei familiari”.

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