In Iran la prima condanna a morte di un manifestante: impiccato perché “colpevole” di aver protestato

8 Dic 2022 12:11 - di Lorenza Mariani
Iran

Iran, il governo lo aveva annunciato solo due giorni fa: impiccheremo tutti i condannati, compresi i detenuti arrestati per le proteste di piazza. E oggi, da Teheran, arriva la drammatica conferma: le autorità hanno giustiziato il primo prigioniero ufficialmente condannato per un presunto crimine in seguito alle manifestazioni organizzate nel Paese dopo la morte di Mahsa Amini, la ragazza curda deceduta mentre si trovava in custodia della polizia iraniana per non avere indossato correttamente il suo hijab… 

Iran, eseguita la prima condanna a morte di un manifestante

Dopo di lei, oggi il regime iraniano ha giustiziato il prigioniero, Mohsen Shekari, condannato per aver ferito «intenzionalmente» una guardia di sicurezza con un lungo coltello, e aver bloccato una strada nella capitale… Questi i capi d’accusa che ha riferito l’agenzia di stampa Tasnim. Queste le motivazioni addotte per giustificare l’impiccagione di un ragazzo appena 23enne arrestato durante le proteste a settembre. Processato e condannato a seguito di un’udienza che si è tenuta il 10 novembre nel corso della quale, ha detto la magistratura locale, «l’imputato ha confessato le sue accuse».

Impiccato il 23enne Mohsen Shekari: “colpevole” di essere sceso in piazza

Il resto è la cronaca di una morte annunciata: le autorità iraniane che rigettano il ricorso dell’avvocato del prigioniero, ritenendo che «non sia né valido né giustificato». Che lo additano in quanto colpevole di «crimini di guerra», avendo il giovane «bloccato la strada». «Affrontato e minacciato con le armi gli agenti»… Tanto è bastato a Mohsen Shekari per morire… Giudicato colpevole da un tribunale rivoluzionario di «inimicizia contro Dio», hanno riferito i media statali, citati dalla Bbc. E tanto è bastato perché la Corte Suprema dell’Iran – che ritiene che le azioni del manifestante siano state un «esempio di ipocrisia» – approvasse la sentenza stamattina. E, contestualmente, a darne esecuzione.

Arresto, processo, condanna e esecuzione: accuse pretestuose, presunti testimoni, e ricorso rigettato…

Inutile dire, peraltro, che i magistrati hanno avvalorato le loro accuse basandosi su presunte dichiarazioni di testimoni dell’accaduto. I quali avrebbero assicurato che i presenti erano molto spaventati dalla presenza del manifestante armato… E questo, purtroppo, è solo l’inizio. La magistratura iraniana ha annunciato che finora 11 persone sono state condannate a morte per le proteste iniziate a metà settembre. Non solo. Il portavoce del Dipartimento di Giustizia, Masoud Setayeshi, ha spiegato anche che per lo stesso reato altre undici persone, tra cui tre minorenni, sono già state condannate a «lunghe pene detentive», secondo l’agenzia Isna.

Iran, e le autorità fanno sapere che questo è solo l’inizio…

Una immediato futuro di morte previsto per molti giovani iraniani come Mohsen Shekari. Una realtà tragica che Mahmood Amiry-Moghaddam, direttore di Iran Human Rights con sede in Norvegia, ha drammaticamente confermato. Twittando su «esecuzioni dei manifestanti che inizieranno a verificarsi quotidianamente, a meno che le autorità iraniane non siano messe di fronte a rapide conseguenze pratiche a livello internazionale».

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