Iran, ucciso un giovane di 27 anni perché festeggiava l’esclusione dai Mondiali

30 Nov 2022 17:48 - di Redazione
Iran

Un giovane di 27 anni è stato ucciso ieri sera ad Anzali, nel nord dell’Iran, dalle forze di sicurezza. Con un colpo alla testa. Lo hanno riferito fonti vicine alla famiglia della vittima, che si chiamava Mahran Sammak, ad ‘Iran International‘. Media con sede a Londra che il governo iraniano considera alla stregua di un’ “organizzazione terroristica”.

Un giovane ucciso perché festeggiava la sconfitta ai Mondiali suonando il clacson

Secondo le fonti, il giovane, che era in macchina con la fidanzata, è stato colpito mentre suonava il clacson festeggiando la sconfitta della nazionale iraniana contro gli Stati Uniti. Stando a diversi media vicini all’opposizione, sulla scia delle proteste per la morte di Mahsa Amini diverse persone hanno accolto con favore l’eliminazione della nazionale dell’Iran dai mondiale. Ritenendo la squadra diretta espressione del governo di Teheran.

I giocatori hanno cantato l’inno, minacce ai familiari

I giocatori dell’Iran hanno cantato l’inno, martedì sera, prima della gara contro gli Stati Uniti ai Mondiali. Secondo una fonte della Cnn il governo di Teheran avrebbe, infatti, arruolato decine di agenti per monitorare i calciatori impegnati in Qatar. Nessuno potrà aderire a qualsiasi forma di protesta, altrimenti i familiari potrebbero finire in carcere ed essere torturati. Di qui il cambio di atteggiamento dei calciatori. Nella prima partita avevano fatto scena muta e non avevano intonato l’inno nazionale per protesta contro la dura repressione in atto nel loro paese. La nazionale dell’Iran è stata battuta per 1-0 dagli Stati Uniti, che passano agli ottavi di finale ai Mondiali.

Violenta repressione, almeno 50 i bambini morti

La violenta repressione delle proteste in Iran non risparmia i bambini. L’Unicef ha lanciato un appello perché si fermino almeno le violenze contro i minori. L’organizzazione condanna – si legge in una nota – tutte le violenze contro i bambini e chiede di porre fine a tutte le forme di violenza e abuso che, secondo le notizie arrivate, hanno causato la morte di oltre 50 bambini e il ferimento di molti altri durante i disordini pubblici in Iran”.  Si dichiara inoltre profondamente “preoccupata per le continue incursioni e perquisizioni condotte in alcune scuole. Le scuole devono sempre essere luoghi sicuri per i bambini. L’Unicef ha comunicato direttamente la propria preoccupazione alle autorità iraniane da quando si sono verificati i primi casi di vittime tra i bambini in risposta alle proteste”.

La Repubblica islamica dell’Iran è parte della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e ha l’obbligo di rispettare, proteggere e soddisfare i diritti dei bambini alla vita, alla privacy, alla libertà di pensiero e di riunione pacifica. L’Unicef esorta le autorità a rispettare il diritto di tutti i bambini a riunirsi pacificamente come garanzia fondamentale, indipendentemente da chi siano o da dove si trovino.

 

 

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