Festa di FdI, il centrodestra lancia la battaglia sul presidenzialismo. “Riforme, avanti tutta”

16 Dic 2022 21:13 - di Milena Desanctis
FdI

«Oggi questo treno è partito perché le riforme costituzionali sono urgenti. Noi abbiamo un’esigenza di stabilità di governo perché il nostro sistema è fragile. Ho iniziato le consultazioni partendo dalla maggioranza, partendo da FdI e FI e prossima settimana vedrò la Lega. Un confronto su tutti i modelli, dal presidenzialismo al premierato, è necessario». Il ministro per la Riforme, Elisabetta Casellati, ha così introdotto il dibattito sulle riforme istituzionali che si è svolto durante la seconda giornata del Decennale di FdI. Un dibattito interessante al quale hanno preso parte ben quattro ministri del governo Meloni e che è stato moderato da Fausto Carioti vicedirettore di Libero. A introdurre i lavori è stato Alberto Balboni, presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato. «Si affronta il tema della riforma della Costituzione in senso presidenziale – ha spiegato Balboni – come previsto nel programma elettorale che è stato presentato agli elettori e che hanno approvato dandoci la loro fiducia. Mai come adesso c’è il  desiderio degli italiani di scegliere il loro presidente della Repubblica».

FdI, Casellati: «Al via gli incontri con maggioranza e opposizione»

Il ministro Casellati poi durante il suo intervento ha annunciato che «dopo aver consultato la maggioranza, consulterò tutta l’opposizione. Perché una riforma costituzionale non può prescindere dal confronto con l’opposizione. Sono in una condizione di ascolto per capire quale modello possa essere il migliore». E ha anche assicurato: «Prima di Natale spero di finire le consultazioni con la maggioranza ed entro il mese di gennaio mi ripropongo di aver ascoltato l’opposizione e avere un’idea del modello da portare alle commissioni di Camera e Senato». Per poi concludere: «Da questo giro di tavolo è emerso che la preferenza è per il semipresidenzialismo alla francese».

Fdi, Calderoli: «Non sopporto più la supponenza della sinistra»

Poi la parola è passata a Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, che subito attacca: «Farmi fare la lezioncina dei maestri della sinistra dopo quello che sta accadendo a Bruxelles? E dicono che sono parte lesa… Col cavolo che sono parte lesa. Li hanno candidati e loro ne rispondono». Quanto alle materie che riguardano l’autonomia «le ha scritte la sinistra. Mi spiace ancora una volta aver trovato in commissione quella supponenza della sinistra che tutte le volte deve fare le lezioni, non lo accetto più». E ancora: «La riforma costituzionale ha un ritmo diverso con quattro letture, l’autonomia è una legge ordinaria che presuppone però dopo l’approvazione delle intese quindi arriveranno in porto in maniera coincidente. Quanto alla velocità, io sono sempre stato per l’alta velocità».

FdI, Ciriani: «Sono aperto al confronto»

Dal canto suo, il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani ha sottolineato: «Personalmente ritengo che il semipresidenzialismo alla francese sia il modello più adatto ma sono aperto al confronto. Dobbiamo trovare una via italiana al presidenzialismo. Lo strumento può essere una bicamerale o la commissione. Ma quello che non può avvenire è che ci sia un’accademia di belle parole che non porta a nulla».

E poi ancora: «Ci confronteremo con l’opposizione che dice che la Costituzione non si cambia perché la più bella dopo che loro stessi l’hanno cambiata e non è vero che vogliamo stravolgerla. Noi non vogliamo toccare i fondamenti della Costituzione ma vogliamo aggiornare forma di governo perché l’Italia ha bisogno di una democrazia che possa decidere». E infine: «Noi vogliamo sfidare le opposizioni a confrontarsi in maniera seria. Noi vogliamo fare la riforme con le opposizione purché non facciano ostruzionismo e ci facciano perdere tempo… Mi sembra che l’opposizione abbia parlato spesso di sistemi semipresidenziali, magari possiamo partire da lì». In questo contesto «c’è anche la riforma della legge elettorale».

Pera: «Abbiamo il dovere di dialogare con le opposizioni»

Il presidente Marcello Pera, che ha spiegato di avere una preferenza per il modello del semipresidenzialismo alla francese, ha puntualizzato: «Abbiamo il dovere di dialogare con le opposizioni ma anche di portare a termine il mandato» sulle riforme costituzionali «che ci hanno dato gli elettori».

Nordio: «O cambiamo la Costituzione o il codice penale»

Infine ha chiuso il dibattito il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. «La nostra Costituzione è incompatibile col nostro sistema penale. Quando venne scritta, i costituenti avevano davanti un codice penale nato 30 anni prima, il Codice Rocco firmato da Mussolini, e introdussero quei principi che erano» legati al «processo inquisitorio. Quando poi arrivò Vassalli si trovò davanti una barriera invalicabile. Quindi o cambiamo il codice o cambiamo la Costituzione». E ancora: «Saranno tavoli in cui i gli interlocutori necessari saranno magistratura e avvocatura. L’interlocuzione sarà sempre e comunque con questi due soggetti partecipi».

 

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