È morto Benedetto XVI: il Papa Emerito aveva 95 anni. Lacrime e preghiere da tutto il mondo

31 Dic 2022 11:08 - di Chiara Volpi
Benedetto XVI

È morto Benedetto XVI. «Con dolore informo che il Papa Emerito, Benedetto XVI, è deceduto oggi alle ore 9:34, nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano». La notizia, arrivata dopo giorni di apprensione e preghiere, arriva dal direttore della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni. Che poi aggiunge subito: «Non appena possibile seguiranno ulteriori informazioni».

È morto Benedetto XVI

Il Pontefice che aveva rinunciato al Soglio Pontificio si è spento all’età di 95 anni. È 265mo Papa della Chiesa cattolica dal 19 aprile 2005 al 28 febbraio 2013. Le sue condizioni si erano aggravate con l’avanzare dell’età. Ma, a quanto ha riferito puntualmente il portavoce del Vaticano in questi ultimi giorni di vita di Benedetto XVI, il Santo Padre è stato vigile e in preghiera finché ha potuto. Un protagonista della vita della Chiesa sempre e comunque. Un simbolo vivente della cultura europea.  Tanto che etichettarlo in una sola definizione, oggi più che mai, diventa quasi impossibile.

Guida spirituale e simbolo vivente della cultura europea

Teologo. Professore. Arcivescovo di Monaco. Prefetto della Dottrina della fede. Papa, e poi, Papa Emerito, Joseph Ratzinger, nono successore tedesco di Pietro, era il figlio di un poliziotto e di una cuoca. Nacque a Marktl am Inn, il 16 aprile 1927, quando per una incredibile coincidenza del destino, era la vigilia di Pasqua. Ratzinger fu battezzato – ricorda padre Federico Lombardi e riferisce il sito di Rainews – «al mattino dello stesso giorno con la “nuova” acqua, appena benedetta, segno per lui di una “particolare incorporazione al mistero pasquale».

Benedetto XVI, il più longevo dei Pontefici della Chiesa

La storia recente e il racconto antologico del Vaticano ricorda soprattutto la sua rinuncia al pontificato: un atto di coraggio che ha profondamente innovato il ministero papale. Ma Ratzinger, come ci ricordano oggi i resoconti sulla sua vita e sul significato del suo ruolo nella Chiesa, è stato l’ottavo pontefice a rinunciare al ministero petrino, se si prendono in considerazione i casi di Clemente I. Ponziano. Silverio. Benedetto IX. Gregorio VI. Celestino V e Gregorio XII, sule cui sorti pontificie fanno testo fonti storiche certe o molto attendibili. Così come al momento è una certezza che il Papa Emerito a cui il mondo dice addio, tra lacrime e preghiere, è stato anche il più longevo dei Pontefici della Chiesa.

La vita di Joseph Ratzinger sotto il segno di Sant’Agostino

Oggi il mondo intero piange la figura immensa di Joseph Ratzinger. Una presenza illuminante. Un punto di riferimento per fedeli e religiosi. Il suo esordio pubblico nel 1954 come teologo avvenne nel segno di S. Agostino, discutendo la tesi di teologia dal titolo Popolo e casa di Dio nella dottrina della Chiesa di Sant’Agostino, che poi diverrà il suo primo libro. Ma la vita di Joseph Ratzinger si è svolta sempre sotto il segno di Sant’Agostino, non solo il Padre della Chiesa studiato negli anni giovanili. Ma un costante punto di riferimento esistenziale, di cui il Papa emerito ha sempre periodicamente riletto testi e testimonianze: le Confessioni e La città di Dio in particolar modo.

Benedetto XVI, il Papa, il teologo

La conoscenza con il santo di Ippona è iniziata in maniera approfondita con gli studi in filosofia all’Università di Monaco di Baviera, e successivamente a Frisinga. Poi, quando era ormai Pontefice, nel 2010 pubblicò Sant’Agostino spiegato dal Papa, dove delineava a grandi tratti la figura e il pensiero del Santo, comunicando a tutti con semplicità quanto possa essere bello e importante conoscerlo e sentirlo vicino. Non a caso, Benedetto XVI spiegò in più occasioni di sentire il Santo «come un amico, un contemporaneo che parla a me».

Il suo Magistero in tre Encicliche papali

Non solo gli studi teologici e gli scritti: per capire il senso del Magistero di Benedetto XVI, bisogna riandare ai testi in cui il Santo Padre all’epoca della sua investitura si è espresso in modo autorevole nelle Encicliche: Deus Caritas est, Spe Salvi e Caritas in Veritate. Questi testi, consegnati alle Conferenze Episcopali dei diversi Paesi, hanno avuto una diffusione capillare in milioni di copie e in innumerevoli traduzioni nelle diverse lingue locali. Poi, oltre alle Encicliche, il Magistero di Benedetto XVI ha compreso le Esortazioni Apostoliche post-sinodali e temi e messaggi particolari che il Papa ha rivolto ai diplomatici. Ai giovani. Ai movimenti ecclesiali e alle nuove comunità. Alla Curia romana e ad altre realtà del mondo.

I temi e le sfide al centro del suo Pontificato

Perché Benedetto XVI al posto al centro del suo Pontificato i temi della povertà e dell’Africa. Dei giovani. Dell’ecumenismo e dell’annuncio della fede al mondo secolarizzato. Ha lottato con vigore contro la pedofilia del clero, imponendo una inversione di rotta che partisse dalla coscienza. Che passasse nelle norme e negli atteggiamenti della Chiesa nei confronti dei preti pedofili, fin nei gangli connettivali di un sistema su cui troppo a lungo si era taciuto.

La lotta contro la pedofilia del clero

E quando un rapporto sulla diocesi di Monaco lo tirò in ballo per presunti errori commessi nella gestione di alcuni casi di pedofilia quando era arcivescovo lì, Benedetto respinse le accuse. Poi, in una lettera di risposta al rapporto scrisse: «Ancora una volta posso solo esprimere nei confronti di tutte le vittime di abusi sessuali la mia profonda vergogna, il mio grande dolore e la mia sincera domanda di perdono».

Benedetto XVI, il conservatore che ha rivoluzionato la Chiesa

Un messaggio di amore, speranza e fede, quello di Joseph Ratzinger, il conservatore che ha rivoluzionato la Chiesa, che ha marchiato a caratteri indelebili la storia della Chiesa e della cultura, che non può essere racchiuso in un solo gesto, in un solo testo. Nei suoi 24 viaggi apostolici nel mondo: dal primo, a Colonia per la XX Giornata Mondiale della Gioventù, nell’agosto del 2005. A quello in Libano nel settembre del 2012. Passando per le tappe che hanno portato il Santo Padre  in Turchia, Giordania, Israele, Brasile, Stati Uniti, Sidney, Cameroun e Angola, Giordania, Benin, Messico e Cuba, oltre a vari viaggi in Europa: Polonia, Spagna, Austria, Francia, Repubblica Ceca, Malta, Portogallo, Cipro, Regno Unito, Croazia e naturalmente la sua Germania.

Dai voti all’elezione al Soglio Pontificio, fino all’annuncio della rinuncia…

Prete dal 29 giugno 1951. Teologo con una tesi su sant’Agostino e abilitato alla docenza con una su San Bonaventura, insegnante a Frisinga. Bonn. Muenster. Tubinga e Ratisbona. Esperto al Concilio Vaticano II. Nominato nell’81 prefetto della Congregazione per la dottrina della fede da Giovanni Paolo II. Eletto Papa al quarto scrutinio il 19 aprile del 2005. E fino e oltre la sua decisione di lasciare il Pontificato. Quando l’11 febbraio del 2013 – parlando in latino davanti ai cardinali durante il Concistoro ordinario in Vaticano per la canonizzazione dei circa 800 martiri di Otranto e di due monache spagnole – diede l’annuncio a sorpresa che, battuto dall’Ansa, fece il giro del mondo. Oggi, infine, l’addio per sempre. Al Papa, al teologo, all’uomo di fede e di cultura, che con garbo e quasi sottovoce, ha rivoluzionato la Chiesa e scritto la Storia.

 

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