Carcere Beccaria, dopo l’evasione il caos: 4 agenti intossicati, 5 detenuti ancora in fuga
Continua la caccia ai 5 detenuti evasi ieri mattina dal carcere minorile Beccaria di Milano. In tutta la zona sono ancora attivi posti di blocco nella convinzione che qualcuno possa non essere riuscito ad allontanarsi troppo da quando è scattato l’allarme. Ma controlli sono in corso a Milano e nelle zone in cui gli evasi vivevano. I giovani detenuti fuggiti (tra i i 17 e i 19 anni, tre i maggiorenni) sono 5 italiani, un marocchino e un ecuadoregno.
Natale infernale nel penitenziario minorile miilanese
Due sono stati rintracciati e ripresi nel giro di poche ore, degli altri 5 sono tuttora in corso le ricerche. Secondo le prime ricostruzioni, avrebbero approfittato dei lavori in corso da tempo per aprirsi un varco nella recinzione e poi scavalcare il muro di cinta. Poco dopo la fuga nell’istituto e’ scoppiato il caos: alcuni dei detenuti hanno inscenato una plateale protesta appiccando le fiamme ad alcuni materassi. Quattro gli agenti di Polizia penitenziaria sono rimasti intossicati dal fumo. Gli agenti hanno 25, 26, 27 e 34 anni e sono tutti stati portati tutti all’ospedale San Carlo, nessuno in condizioni gravi. In tarda serata la calma è stata ristabilita.
La denuncia del Sappe: “Al carcere Beccaria un’evasione annunciata”
È dura la protesta del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, che parla di “evasione annunciata”. “Adesso è prioritario catturare gli evasi”, denuncia Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “Ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria del Beccaria”. “Da molto, troppo tempo arrivano segnali preoccupanti dall’universo penitenziario minorile”, denuncia. “Beccaria, Casal del Marmo a Roma, Nisida, Bologna, Airola… abbiamo registrato e registriamo, infatti, con preoccupante frequenza e cadenza, il ripetersi di gravi eventi critici negli istituti penitenziari per minori d’Italia. È da sottolineare, infatti, che nell’ultimo periodo diversi detenuti delle carceri minorili provocano con strafottenza modi inurbani e arroganza i poliziotti penitenziari, creando sempre situazioni di grande tensione. Ma nessun provvedimento è stato assunto, nonostante le reiterate sollecitazione del SAPPE. Ed è per questo che ci stupiamo di chi “si meraviglia” se chiediamo una revisione della legge che consente la detenzione di ristretti adulti fino ai 25 anni di età nelle strutture per minori”.