Addio alla bustina di zucchero al bar: sarà vietata. Ultima follia ideologica dell’Ue

1 Dic 2022 10:05 - di Giorgia Castelli
Bustine di zucchero

Ultima follia ideologica dell’Ue. La bustina di zucchero è destinata a sparire dai banconi dei bar di tutta l’Unione Europea. Nella proposta di regolamento sugli imballaggi presentata ieri dalla Commissione Europea vengono espressamente vietati gli imballaggi monouso anche per lo zucchero nel settore Horeca (hotellerie-restaurant-café). Saranno messi al bando “bustine, tubetti, vassoi e scatole”. Verranno proibiti, se la proposta non sarà modificata dai colegislatori, «imballaggi monouso nel settore Horeca, contenenti singole porzioni o porzioni, utilizzati per condimenti, conserve, salse, creme per il caffè, zucchero e condimenti, ad eccezione di tali imballaggi forniti insieme ad alimenti pronti da asporto destinati al consumo immediato senza necessità di ogni ulteriore preparazione».

Bustine di zucchero, una storia lungo un secolo

Di conseguenza, se la proposta passerà così com’è, la bustina di zucchero diventerà un ricordo. Si metterà così fine in Europa ad un oggetto che ha circa un secolo di storia. L’invenzione della bustina di zucchero è controversa: alcuni la fanno risalire addirittura al 1862 a Philadelphia; altri la ascrivono a due parigini, Loic de Combourg e Francois de la Tourrasse, che avrebbero inventato la “sucre-pochette” nel 1908. Altri ancora la attribuiscono al newyorkese Benjamin Eisenstadt, classe 1906, di professione inventore e imprenditore, morto nel 1996.

Procaccini: «Scelta la strada peggiore»

Contro la proposta sul regolamento sugli imballaggi scende in campo l’europarlamentare di Fratelli d’Italia-ECR, Nicola Procaccini, responsabile ambiente ed energia di Fratelli d’Italia. «La Commissione Europea ha scelto la strada peggiore, quella che ci riporta indietro di decenni, confermando le nostre peggiori paure. Con buona pace di tutti i progressi tecnologici fatti finora e con danni gravi per migliaia di nostre imprese. Ci opporremo in tutte le sedi». E poi continua: «L’Ue dovrebbe occuparsi di poche grandi questioni, non di tutto lo scibile umano, e il fatto che il vicepresidente Timmermans abbia presentato il regolamento in italiano suona come una beffa nella beffa. Purtroppo, si persevera nell’errore di non considerare l’innovazione e il mercato come i migliori alleati possibili nella difesa dell’ambiente».

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