Si fanno chiamare femministe, ma le donne che hanno insultato la Meloni sono solo violente

27 Nov 2022 11:58 - di Hoara Borselli
femministe piazza

Le sedicenti femministe che fanno parte di quell’associazione chiamata “ Non una di meno” hanno una “mission” che le identifica. Basta leggere il loro slogan, la frase che hanno scelto sui loro canali social per farsi conoscere. È questo :”Contro la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere,noi abbiamo un piano”. In due righe c’è racchiusa tutta la contraddizione che queste paladine progressiste rappresentano.

Andiamo per ordine. “Contro la violenza maschile sulle donne” significa,senza grossi sforzi mentali o studi particolarmente impegnati, che  l’unica violenza che condannano e che sanno come contrastare, è quella che l’uomo esercita sulla donna, ignorando che anche le donne posso essere violente,come gli uomini, verso altre donne. E ieri, durante il loro corteo, lo hanno inequivocabilmente  dimostrato. Invece di sfilare nelle piazze e rivendicare diritti per le donne, quello per cui l’essere femminista acquisisce un senso, hanno violentemente insultato il Premier Giorgia Meloni.

Loro che dicono di avere un piano per contrastare la violenza dell’uomo sulla donna, si sentono legittimate a praticare violenza su un altra donna. Perché di violenza si parla quando appaiono scritte di questo tenore, orgogliosamente sventolate:  “Meloni, fascista ti mangio il cuore” o lo slogan degli anni di piombo aggiornato al 2022, “Meloni fascista, sei la prima della lista”.  Questa, care femministe, è violenza allo stato puro. Violenza verbale. Forse, accecate dal vostro odio, ignorate che non c’è un’unica declinazione di violenza, che non è solo quella fisica da dover condannare e contrastare. La violenza non si quantifica in base al sesso di chi la esercita.

Pensate che facendo così mostrate i muscoli, vi sentite delle grandi, ma ignorate che chi arriva all’insulto per guadagnare un briciolo di luce, palesa la totale assenza di contenuti e di idee. Studiate la storia, leggete cose facevano le vere femministe di una volta e vergognatevi di avere rubato il loro nome scimmiottando di rappresentarle in chiave moderna. Se oggi avete la libertà di potervi esprimere in tutta la vostra ignoranza è anche grazie a loro. Rispettatene la memoria e abbiate il coraggio di farvi chiamare violente. È il nome che meglio vi si addice.

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