Sangiuliano: “L’elezione della Meloni è una rivoluzione culturale, una ribellione alla sinistra”

7 Nov 2022 8:38 - di Luisa Perri
Gennaro Sangiuliano

L’elezione di Giorgia Meloni premier «è una rivoluzione politica che nasce da una rivoluzione culturale. Gli italiani si sono ribellati democraticamente, con il voto, a decenni di cappa politica della sinistra»: così Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, in un’intervista a Libero.

Sulle accuse al consiglio dei ministri di avere dato il là a provvedimenti troppo e inutilmente identitari, Sangiuliano replica: «Stiamo attuando il nostro programma di governo, non possiamo e non vogliamo attuare quello della sinistra». Sangiuliano, sollecitato da Pietro Senaldi, parla anche del fallimento meno noto e più costoso del suo predecessore, Franceschini, la piattaforma ItsArt, che doveva essere pomposamente la Netflix della Cultura. «Brucia denaro e comunica poco – analizza Sangiuliano – Il governo precedente la difendeva solo per non ammettere il proprio fallimento, mi sembra inevitabile cambiare».

Sangiuliano: “ItsArt brucia denaro, inevitabile cambiare”

Un cambiamento che sarà di valori e di prospettiva, spiega l’ex direttore del Tg2. Un approccio sovranista che «non va confuso con il nazionalismo, altrimenti si commette lo stesso errore di chi confonde religione e superstizione». E ancora: «Patria sarà un’altra parola chiave della nostra narrazione. Richiama il valore della tradizione, quindi della storia, che sono all’origine del nostro patrimonio culturale. Nel lungo dopoguerra, la Patria era diventata una parola scomoda, lontana dal bon ton delle egemonie culturali, reietta a molti. Con essa la bandiera, l’inno e tutta la simbologia della nostra storia comune veniva fastidiosamente respinta. Guai a parlare di orgoglio dell’italianità, si veniva quantomeno bollati come fuori dal tempo». Sangiuliano ne ha anche per la sinistra miope: «Se oggi siamo in una situazione energetica drammatica è perché la sinistra si è opposta alle scelte di modernizzazione che andavano prese».

Una miopia che il ministro della Cultura analizza in questi termini: «La nostra sinistra ha importato acriticamente il perbenismo anglosassone senza averne la tradizione e rinunciando alla propria identità. Il risultato è una melassa mal riuscita. Ha dimenticato che la libertà si realizza e si rafforza anche nel rispetto delle appartenenze tradizionali e culturali di ciascun popolo».

 

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