Ponte sullo Stretto, Occhiuto: «Ora può essere la volta buona. Auspichiamo la prima pietra nel 2023»

21 Nov 2022 13:19 - di Agnese Russo
ponte sullo stretto

Questa «può essere davvero la volta buona» per realizzare il Ponte sullo Stretto. A dirsene convinto è il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, soffermandosi sulla congiuntura positiva che vede il centrodestra al governo tanto della Nazione quanto delle due regioni su cui insiste l’opera. Dunque, nella quale si verifica una volontà politica a tutto tondo di procedere e di farlo celermente. «L’auspicio del governo è quello di riuscire a posare la prima pietra entro il 2023», ha chiarito il governatore della Calabria, sottolineando che sia lui sia il collega governatore della Sicilia, Renato Schifani, concordano.

Occhiuto sul Ponte sullo Stretto: «Questa può essere la volta buona»

Intervista da L’Economia del Corriere del Mezzogiorno, Occhiuto ha ricordato che del Ponte sullo Stretto «se ne parla da decenni, e i governi Berlusconi negli anni passati avevano creato in più d’una occasione le condizioni per realizzarlo, con fatti concreti e decisioni politiche chiare». Arrivarono poi Prodi e Monti e «stopparono tutto, facendo pagare centinaia di milioni di euro di penali al contribuenti». Invece, «adesso a Palazzo Chigi c’è nuovamente un esecutivo di centrodestra, guidato da Meloni, che su questo tema ha le idee chiare, e Calabria e Sicilia sono governate dalla nostra coalizione. In più abbiamo un ministro delle Infrastrutture, Salvini, che sta seguendo questo dossier con grande determinazione». Dunque, «sì, questa può essere davvero la volta buona», ha detto il governatore.

L’opera sarà «apripista per tante altre infrastrutture»

«Il Ponte – ha proseguito Occhiuto – è una priorità nella misura in cui, soprattutto per la mia Regione, rappresenterà l’apripista per tante altre infrastrutture strategiche e non più rinviabili. Anni fa ci fu un’alzata di scudi contro l’Autostrada del Sole, perché si diceva che sarebbe stata inutile senza altre direttrici di collegamento. E invece si rivelò un incentivo per costruire nuove strade in tutta Italia». «Ecco, il Ponte dovrà essere un acceleratore per aprire tanti nuovi cantieri e per diminuire il divario infrastrutturale tra il Mezzogiorno e il resto del Paese», ha spiegato l’esponente azzurro, aggiungendo che «per noi è fondamentale il rifacimento della Strada Statale Jonica» e riferendo di aver parlato con il sottosegretario Mantovano e con i ministri Giorgetti e Salvini, il quale nei giorni scorsi ha annunciato che nella manovra ci sarà anche «il primo punto di partenza» per il Ponte, «per avere una legge speciale che possa finanziare in modo strutturale e pluriennale questa grande opera».

Il paradosso del Ponte sullo Stretto: «L’Europa l’ha considerato più strategico dell’Italia»

Dicendosi «fiducioso», Occhiuto ha quindi chiarito che «il passo successivo, anche grazie al Ponte sullo Stretto, dovrà essere quello di portare l’Alta velocità ferroviaria tanto in Calabria quanto in Sicilia: due Regioni che insieme hanno quasi sette milioni dl abitanti». Ma come dovrebbe essere finanziata l’opera? Il governatore ha spiegato che «l’unica cosa che non manca in questo momento sono le risorse». «Grazie all’Europa – ha detto – ci sono moltissime opportunità di finanziamento per le infrastrutture. Il Ponte, del resto, può essere realizzato in parte con fondi Ue, anche perché già inserito nella rete di trasporto europea Ten-T». «Paradossalmente è ritenuto più strategico per l’Europa che per l’Italia», ha sottolineato il governatore, rilevando che «con la guerra in Ucraina stanno cambiando gli assetti geopolitici, il Mediterraneo è sempre più il centro del commercio mondiale: la Calabria, sfruttando le enormi potenzialità del porto di Gioia Tauro, e la Sicilia possono diventare Regioni chiave per gli scambi e per le nuove rotte delle merci».

Occhiuto: «L’auspicio del governo è la posa della prima pietra entro il 2023»

Anche sulla tempistica Occhiuto è fiducioso: il progetto già esistente, quello a un’unica campata già vidimato dall’Ue, infatti, potrà essere recuperato, aggiornandolo con «pochi passaggi per renderlo immediatamente cantierabile». «L’auspicio del governo, sul quale il presidente Schifani ed io concordiamo, è quello di riuscire a posare la prima pietra entro il 2023», ha concluso Occhiuto.

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