Milano, 9 antagonisti condannati per il “racket” delle case popolari. Urla contro la Corte
Sono stati condannati a pene da un anno e 7 mesi fino a 5 anni e 5 mesi i nove antagonisti milanesi della “Base di Solidarietà Popolare”, arrestati nel dicembre 2018 nell’ambito dell’inchiesta denominata “Robin Hood” sul «racket», com’è stato definito, delle occupazioni abusive di case popolari nel quartiere Giambellino di Milano. I giudici della quarta sezione del tribunale cittadino hanno riconosciuto l’associazione a delinquere finalizzata all’occupazione abusiva di immobili di proprietà pubblica e la resistenza a pubblico ufficiale, comminando in alcuni casi pene superiori a quelle richieste dal pm Leonardo Lesti.
Le accuse nei confronti dei 9 antagonisti di Milano condannati per le occupazioni
Sugli imputati, ai quali – riferisce l’agenzia di stampa Adnkronos – erano contestate una cinquantina di occupazioni abusive, pendevano quasi 40 capi di imputazione, contenuti nella richiesta di giudizio immediato: da alcuni sono stati assolti altri sono andati prescritti. Secondo l’accusa, i nove imputati aveva dato vita a una «struttura criminosa caratterizzata da fungibilità di ruoli e funzioni e dotata di idonei supporti logistici», quali «attrezzi per scassinare le porte o le lastre di metallo poste all’ingresso degli immobili Aler, nuove serrature e porte per sostituire quelle divelte o danneggiate, attrezzatura per compiere lavori di idraulica, muratura e elettrici negli alloggi occupati, telefoni cellulari, schede per i contatti», con lo scopo della «consumazione continuativa e professionale dei delitti di invasione di terreni ed edifici e resistenza a pubblico ufficiale».
In Aula urla e insulti contro la Corte
La lettura della sentenza di condanna è stata accolta dagli imputati e da alcuni sodali presenti con urla e insulti rivolti alla Corte, presieduta dal giudice Giuseppe Fazio: «Vergogna», «Fate schifo», e «Siete privi di umanità». Per sedare i disordini è stato necessario l’intervento dei carabinieri, ai quali il presidente della Corte ha dovuto chiedere di allontanare o identificare chi se ne stava rendendo protagonista. All’Aler, parte civile nel processo, è stato riconosciuto un risarcimento per i danni non patrimoniali di 8mila euro (oltre le spese legali), mentre i danni patrimoniali saranno liquidati in sede civile. Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra 90 giorni.