Migranti, Ciriani: «L’Italia non può spalancare le frontiere perché altri possano tenerle chiuse»

14 Nov 2022 10:22 - di Sveva Ferri
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«Non ci si può chiedere di tenere le frontiere spalancate così che altri possano tenerle chiuse». È il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, a sintetizzare tutta l’ipocrisia di certi attacchi all’Italia sul tema dei migranti. «Il governo vuole dare un segnale, perché l’Unione capisca che stiamo parlando di un problema di grandissima portata, da affrontare insieme», ha aggiunto, ricordando che anche su questo tema il voto degli italiani rappresenta un mandato chiaro al governo. «Forse altri Paesi erano abituati a un’Italia che si girava dall’altra parte, ma questo non va più bene», ha quindi chiarito il ministro, dicendosi «più dispiaciuto che preoccupato» per quello che sta accadendo con la Francia.

Ciriani: «Sui migranti Macron ha un problema interno»

«L’Italia e la Francia sono legate da antica amicizia, culturale oltre che politica. Ma l’immigrazione è un problema grande come una casa, non capisco la reazione esagerata e scomposta» di Parigi, ha detto il ministro in un’intervista al Corriere della Sera, giudicando come «incomprensibili e spiacevoli, anche dal punto di vista personale» reazioni come quella del ministro degli Esteri francese, Catherine Colonna, che ha minacciato conseguenze per l’Italia, o del portavoce del governo Macron, Olivier Veran, che ha parlato di Giorgia Meloni come della «grande perdente». «Macron – ha ricordato Ciriani – ha un problema interno: l’opinione pubblica francese chiede una politica severa sui migranti». E, dunque, «non si capisce perché non debba accadere lo stesso per l’Italia, che quest’anno ha accolto 90mila persone di cui solo 38 ricollocate in Francia. Non si può continuare a far finta di nulla, l’Europa batta un colpo». «Noi – ha aggiunto – non abbiamo iniziato un conflitto politico e diplomatico, ma un Paese che tenga alla sua dignità non può continuare a subire una immigrazione incontrollata».

«L’Italia non può continuare a pagare il prezzo per tutti»

Dal punto di vista pratico, poi, ha ricordato Ciriani, la sospensione del Meccanismo di solidarietà da parte di Parigi, con il rifiuto di accogliere i 3mila migranti che erano previsti, «non cambia nulla». «La Francia – ha ricordato il ministro – minaccia di non accogliere persone che non ha preso sinora, tanto che le nazioni del Sud hanno segnalato il problema del mancato interesse della Ue e delle Ong fuori controllo. Se non siamo arrivati a una soluzione è perché qualcuno pensa che l’Italia possa continuare a pagare un prezzo per tutti». Ma se c’è «un gruppo di Paesi che non ha interesse che la situazione cambi», la presa di posizione del governo ha fatto emergere con forza e unitariamente la posizione di Stati come Grecia, Cipro e Malta che, invece, un cambiamento lo richiedono a gran voce. Dimostrando che Roma è tutt’altro che isolata, come alcuni hanno interesse a raccontare.

Ciriani: «L’Ue batta un colpo. Se non si occupa della questione migranti, a che serve?»

«L’Ue prenda atto che l’Italia non può essere l’unica porta di ingresso di un continente, l’Africa, che ha centinaia di milioni di abitanti e da cui partono gli scafisti, il business di viaggi della speranza o della morte, la tratta degli schiavi, l’immigrazione clandestina, lo sfruttamento, la malavita… Se non si occupa di questo, la Ue a che serve?», ha quindi chiesto Ciriani, soffermandosi poi sul tema delle Ong. «È inaccettabile che le Ong pretendano di scaricare sull’Italia i migranti che raccolgono in mare. Le organizzazioni tedesche o norvegesi non avvisano l’Italia dei loro movimenti, salvo poi denunciare un grande problema umanitario di cui loro non si fanno carico». Un tema che investe anche gli Stati di cui quelle Ong battono bandiera, perché «se Berlino ritiene che l’attività delle proprie Ong sia meritoria, se ne faccia carico fino in fondo, trasportando i migranti in Germania».

«La morti in mare sono una tragedia grandissima, si evitano fermando le partenze»

Quanto al tema dei salvataggi in mare per evitare che le persone muoiano, Ciriani ha sottolineato che la perdita di vite umane «è una grandissima tragedia, che si alimenta anche facendo intendere a queste persone che c’è la possibilità per tutti di approdare in Italia, grazie alle navi delle Ong o alla benevolenza del Paese». «La gente muore perché parte», ha ricordato il ministro, avvertendo che «le morti si fermano evitando le partenze, determinando in Africa chi ha diritto di entrare in Italia. A chi serve questa immigrazione disperata? La Ue accetti l’idea di un grande piano in Nordafrica, come è stato per la Turchia».

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