G20, nella dichiarazione finale ferma condanna della guerra in Ucraina. Ma non c’è l’unanimità

16 Nov 2022 11:22 - di Natalia Delfino
dichiarazione finale g20

Con la sessione sulla transizione digitale e il gesto simbolico della piantumazione di alberi di mangrovia da parte dei leader mondiali, si è concluso il G20 di Bali. «Stop war. Repeat: stop war», ha detto il presidente indonesiano Joko Widodo, aprendo i lavori. Un appello arrivato all’indomani della drammatica pioggia di missili sull’Ucraina, della crisi aperta dall’arrivo di due missili anche in territorio polacco e a ridosso della diffusione della dichiarazione finale del vertice, che ha assunto una condanna ferma del conflitto, ma non all’unanimità. Al termine della riunione Widodo ha quindi passato simbolicamente la presidenza del G20 al primo ministro indiano Narendra Modi, porgendogli il testimone del vertice, un piccolo martello in legno con cui si dà il via alle sessioni di lavoro.

La dichiarazione finale del G20: la «gran parte dei membri» condanna la guerra

«Gran parte dei membri» del G20 «condanna fermamente la guerra in Ucraina», si legge nella dichiarazione finale, nel quale viene anche rimarcato come il conflitto in Ucraina stia minando l’economia globale. Nel documento, che ricalca la bozza diffusa ieri, si sottolinea che la guerra in Ucraina sta «causando immense sofferenze umane e esacerbando le fragilità esistenti nell’economia globale, limitando la crescita, aumentando l’inflazione, interrompendo le catene di approvvigionamento, aumentando l’insicurezza energetica e alimentare ed elevando i rischi per la stabilità finanziaria».

Su «situazioni e sanzioni esistono punti di vista e valutazioni diversi»

La dichiarazione finale del G20, del quale fa parte anche la Russia, presente a Bali con il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, precisa quindi che «esistono altri punti di vista e diverse valutazioni della situazione e delle sanzioni». Riconoscendo che il G20 non è la sede per risolvere le questioni di sicurezza», si rimarca come «le questioni di sicurezza possono avere conseguenze significative per l’economia globale». Il testo inoltre sottolinea con fermezza che «l’uso o la minaccia di uso di armi nucleari è inammissibile». «La risoluzione pacifica dei conflitti, gli sforzi per affrontare le crisi, così come la diplomazia e il dialogo, sono vitali. L’era di oggi – è la conclusione della dichiarazione – non deve essere di guerra».

 

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