Covid, l’Ema: «Gli antivirali sono efficaci anche sulle nuove varianti. Favorire l’uso tempestivo»

24 Nov 2022 19:02 - di Mia Fenice
Covid

«Gli antivirali come Paxlovid e il remdesivir (Veklury)» hanno un meccanismo d’azione «che non è influenzato dalle mutazioni presenti nelle sottovarianti emergenti di Omicron. Un farmaco come Paxlovid, che può essere preso per via orale al domicilio, rimane uno strumento molto importante per le persone che si ammalano di Covid. E infatti abbiamo buone evidenze sul fatto che non solo l’uso precoce di Paxlovid può ridurre il rischio di forme gravi di Covid nelle persone clinicamente vulnerabili, ma può ridurre anche la maggior parte delle conseguenze post-acute della malattia che vengono generalmente indicate come Long Covid». A evidenziarlo è stato Marco Cavaleri, responsabile della strategia per le minacce sanitarie e i vaccini dell’Agenzia europea del farmaco Ema, durante il periodico briefing con i media. «Uno dei problemi principali con l’uso di Paxlovid è la difficoltà di riuscire a fornire un rapido e tempestivo accesso ai pazienti che ne hanno bisogno – ha sottolineato – È necessario dunque semplificare il processo di prescrizione nei Paesi per garantire che questa opzione terapeutica sia resa disponibile ai pazienti. Noi continueremo a esaminare i dati emergenti e a ribadire la nostra raccomandazione per l’uso».

Covid, l’Ema: Paxlovid «efficae contro le nuove sottovarianti»

Paxlovid, ha precisato Cavaleri, «rimane efficace contro le nuove sottovarianti» Omicron in crescita, come BQ.1.1, alias Cerberus come è stata battezzata sui social. E lo stesso si può dire di Veklury o di molnupiravir (Lagevrio), ha aggiunto. «Infatti gli antivirali di questo tipo agiscono su un altro target», rispetto ai monoclonali, «che è più conservato e non colpito generalmente da queste mutazioni e cambiamenti del virus. Questo – ha precisato l’esperto – è stato confermato anche in studi recenti e alcuni di questi dati sono stati pubblicati nella letteratura scientifica».

Cerberus sfugge ai monoclonali

Quanto poi a Cerberus, Cavaleri ha sottolineato che «vi sono forti preoccupazioni sul fatto che le nuove sottovarianti emergenti di Omicron, come BQ.1.1», cioè la sottovariante Cerberus in ascesa in Europa, «stanno sfuggendo alla neutralizzazione da parte degli anticorpi monoclonali disponibili contro Covid-19. Esamineremo tutti i dati disponibili per emettere nuove raccomandazioni agli operatori sanitari». Allo stesso tempo, ha spiegato, «stiamo discutendo con gli sviluppatori per far avanzare anticorpi monoclonali di nuova generazione il più rapidamente possibile, sulla base di un design innovativo di studio clinico. Il tema sarà discusso in un incontro con la statunitense Food and Drug Administration», Fda, «ed esperti internazionali a dicembre».

Covid, l’Ema: «Teoricamente siamo ancora in pandemia»

Siamo ancora in pandemia oppure no? «È ​​​​un po’ una discussione semantica. Tecnicamente siamo ancora in una pandemia». «Io continuerò a considerare la pandemia in corso, ma penso che ci stiamo avvicinando ad avere un certo grado di controllo della diffusione del virus in Europa». A spiegarlo è stato Steffen Thirstrup, Chief Medical Officer dell’Agenzia europea del farmaco Ema, che ha risposto così durante il periodico briefing con i media a una domanda sulla situazione di Covid oggi. Guardando ai dati, ha evidenziato, «nelle due settimane passate il numero di casi in Europa stava diminuendo, ma la situazione potrebbe apparire diversa in questa settimana. Stiamo aspettando i dati più aggiornati. Sebbene molte società si siano aperte e abbiano più o meno considerato di tornare alla normalità, c’è ancora molta circolazione virale e il potenziale» di Covid «di diffondersi soprattutto nelle popolazioni vulnerabili che non sono vaccinate è ancora grande», ha avvertito Thirstrup. E anche se siamo vicini al controllo del virus in Europa, ha ribadito, «dobbiamo anche considerare che facciamo parte di una società globale. Quindi non appena si allentano alcune delle restrizioni, non appena la vaccinazione rallenta, c’è il rischio che» Covid «rifiorisca. Penso allora che sia importante ripetere che bisogna vaccinarsi e fare i richiami, in particolare se si appartiene a una delle popolazioni di pazienti vulnerabili».

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