Covid, Clementi: «Quando parleremo d’altro? Pensiamo alle liste d’attesa e ai pronto soccorso»

17 Nov 2022 18:35 - di Giorgia Castelli
Covid

«Quando parleremo di altro rispetto a Covid? Ci sono tanti problemi che sono stati coperti dalla pandemia. Speriamo che ora il virus ci lasci liberi e che ci si possa occupare anche di questi. Uno grave riguarda le liste d’attesa». A sottolinearlo all’Adnkronos Salute è Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, riflettendo su questa fase e sulle priorità da affrontare.

Clementi: «Le liste di attesa sono un problema grandissimo»

«Le liste d’attesa sono un problema grandissimo – osserva – Faccio un esempio: una persona che ha fatto un’ecografia, e si trova davanti a un dubbio diagnostico che poi va approfondito con una Tac o una risonanza, non può fare questo esame dopo un anno, perché quel dubbio si chiarirebbe dopo troppo tempo e magari era una cosa grave che non poteva aspettare così tanto. Ci sono molte cose da fare per la sanità». Tanti problemi da considerare, «ma questo è uno di quelli gravi. Un altro riguarda i pronto soccorso. Su questi argomenti il ministro Orazio Schillaci sembra si stia mostrando molto sensibile – conclude il virologo – Speriamo dunque che ora il Covid lasci lo spazio necessario per occuparsene».

Covid, Clementi: «Giusto gestirlo come influenza»

È corretto trattare Covid come un’influenza e allentare le regole attuali sull’obbligo di isolamento dei positivi? «Sì, è corretto. Perché è il percorso che già si è iniziato alcuni mesi fa, prendendo atto di questa attenuazione dell’ondata attuale» di contagi, «che è in corso. Attenuazione non soltanto numerica, ma anche di impatto sugli ospedali che è veramente residuale. Direi che è perfettamente in linea con quello che ci si aspettava. Quindi va benissimo agire nell’ottica di un sempre maggiore allentamento delle misure un po’ coercitive». E’ la visione di Clementi che commenta all’Adnkronos Salute le ultime dichiarazioni del ministro della Salute Orazio Schillaci al riguardo.

Allentare l’isolamento

Parlando di un possibile addio al tampone di fine quarantena, il ministro ha prospettato il nuovo corso, spiegando che l’idea è che dopo 4 o 5 giorni gli asintomatici positivi al Covid possano rientrare alla loro attività normale, e anche chi ha sintomi lievi possa valutare un rientro in assenza di febbre da almeno 24 ore e magari con la mascherina per proteggere i fragili. In attesa di vedere quali saranno dunque i contenuti dell’ordinanza in cantiere, per Clementi la direzione è quella giusta. «Questa modalità di isolamento» che viene profilata «è sufficiente – ritiene l’esperto – È quello che facciamo anche per altre malattie infettive, come l’influenza appunto, e quindi direi che, sulla base dei dati che ci sono oggi, è sufficiente».

Covid, Magrini (Aifa): «Prese decisioni utili e importanti»

Anche Nicola Magrini, direttore generale Aifa, si è espresso favorevolmente sulla revisione dell’isolamento dei positivi a Covid-19. «Penso – ha detto – che siano state prese decisioni utili e importanti. Anche se non è materia dell’Aifa, penso che sia positivo. L’andamento attuale consente di assumere misure più liberali. L’infezione in questi giorni non è preoccupante per i vaccinati».

Minelli: «Va bene ridurre l’ormai obsoleta quarantena»

Per l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata «va bene ridurre sensibilmente la durata dell’ormai obsoleta quarantena. Si parta da un limite-soglia indicato come nuovo tempo di isolamento stabilito dagli organi decisionali, ma si affidi magari ai medici curanti la decisione, autorevole perché competente, di riammettere ai contatti sociali persone realmente guarite e, dunque, esenti da rischi per se stesse e per gli altri».

Gismondo: «Assolutamente sì»

Anche Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano, non ha dubbi sulla bontà della semplificazione annunciata dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, sull’isolamento dei positivi a Sars-CoV-2. «Al momento assolutamente sì. I pazienti asintomatici positivi a Covid, dopo 4 o 5 giorni, credo si possano far tornare all’attività normale».

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