Calenda su Andreotti: «Era cinico e vuoto». E scatena l’inferno: «Studia», «lui ha bevuto la cicuta»
Carlo Calenda non vuole essere accostato alla figura di Andreotti. E provoca un durissima reazione nel mondo che fu democristiano (e che, nel profondo, continua ad esserlo). «Oddio», ha detto il leader del Terzo Polo a “Repubblica”, «proprio no! Ho sempre considerato Andreotti una figura vuota e pure cinica». Una frase che sa di sprezzante su una delle figure più importanti della Prima Repubblica. Un personaggio entrato nella storia e nel cuore di molti italiani grazie a quel mix cultura, battute, autoironia, atteggiamento un po’ curiale e il tifo per la Roma.
Calenda su Andreotti, l’affondo di Rotondi
«Da Calenda vengono parole inaccettabili su Giulio Andreotti», sbotta Gianfranco Rotondi. «Definisce “vuoto e cinico” uno statista che ha presieduto sette governi. E – tanto per citare l’ultimo merito- ha bevuto la cicuta del giustizialismo nel rispetto delle istituzioni sino alla completa assoluzione. Queste parole sono assolutamente inaccettabili. Dovrebbero suscitare l’immediata censura da parte dei dirigenti del Terzo polo di formazione e provenienza democristiana».
D’Onofrio: «Sono veramente sbalordito»
«Per mia esperienza nazionale e romana, parlamentare e politica ho sempre avuto modo di considerare Andreotti un personaggio eccezionale sempre. E un grande insegnamento per tutti noi. Quindi sono sbalordito per le parole che usa il leader di Azione». È il commento all’Adnkronos di Francesco D’Onofrio, volto storico della Democrazia cristiana, sottosegretario a Palazzo Chigi con Andreotti dal ’91 al ’92, poi ministro Udc all’istruzione con Berlusconi. «Mi permetterei di suggerire a Calenda di studiare un po’ la storia italiana contemporanea dal dopoguerra in poi. Tante volte la storia sulle persone può aiutare molto anche a capire le questioni economiche che li hanno visti protagonisti», conclude.
Gargani su Calenda e Andreotti
«La letteratura racconta un Andreotti cinico ma i diari e il profilo della sua vita hanno dimostrato il contrario. Calenda invece rappresenta una letteratura minore, che non esiste». Così Giuseppe Gargani all’Adnkronos. «Vuoto? Il fatto che fosse uno statista lo racconta la storia. Mi dispiace riscontrare che Calenda non sia al passo, visto che siamo già nella seconda repubblica ed Andreotti era un personaggio della prima Repubblica», ironizza. «Considero Calenda un uomo più di governo che politico, come lo fu Andreotti. Mi meraviglia quindi che il leader di Azione non apprezzi e valuti questa caratteristica universale dell’essere statista, come lo fu Andreotti».