Slow food e Coldiretti esultano: “Bene il ministero per la sovranità alimentare. Era ora”

22 Ott 2022 19:46 - di Antonella Ambrosioni
Coldiretti slow food sovranità alimentare

“Che cosa farà la Meloni con l’ananas? Altro che ironie boldriniane. Il ministero denominato  dell’Agricoltura e della sovranità alimentare affidato a Francesco Lollobrigida ha suscitato il plauso di Coldiretti e di Slow food. Sbugiardata  Laura Boldrini, zittito il sarcasmo di Fratoianni,  ma anche l’ironia dell’economista Carlo Cottarelli. Che sui social si è interrogato sulla legalità del baccalà dei Mari del Nord. Nessun politico che a sinistra abbia avuto il decoro istituzionale di pensare nel merito e nel significato della nuova denominazione. Aggiunta al ministero dell’Agricoltura. A intervenire è la presidente di Slow Food, spiegando come la nuova denominazione scelta dal governo Meloni contenga concetti  seri. «Dire sovranità alimentare non è dire autarchia». Lo afferma Barbara Nappini al sito Open: «è il diritto dei popoli a determinare le proprie politiche alimentari. Senza costrizioni esterne legate a interessi privati e specifici. Un concetto ampio e complesso che sancisce l’importanza della connessione tra territori, comunità e cibo».

Nappini (Slow food): “Dire sovranità alimentare non è autarchia”

Le ironie sono sciocche. La presidente di Slow food spiega: Già nel 2008 la sovranità alimentare era stata definita come «il diritto dei popoli e degli Stati a determinare democraticamente le proprie politiche agricole e alimentari». Considerato dalla presidente «un concetto quanto mai attuale oggi». Anche la stessa Slow Food si occupa, sempre secondo quanto spiegato da Nappini, di sovranità alimentare, «supportando e promuovendo in tutto il mondo i sistemi locali del cibo in grado di combattere lo spreco alimentare, di valorizzare la produzione di piccola e media scala e di proteggere la biodiversità».

Coldiretti: “Apprezziamo la scelta del nome. Basta speculazioni”

Se ciò non bastasse, agli ironici e biliosi sinistri consigliamo anche di leggere quanto afferma il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini. «Apprezziamo la scelta di accogliere la nostra proposta di cambiare il nome del Dicastero. Che significa nei fatti un impegno per investire nella crescita del settore; estendere le competenze all’intera filiera agroalimentare;  ridurre la dipendenza dall’estero, valorizzare la biodiversità del nostro territorio. E garantire agli italiani la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità». Prandini è intervenuto alla Fiera zootecnica di Montichiari, aggiungendo: «La pandemia prima e la crisi energetica ora hanno dimostrato la centralità del cibo. E l’importanza di garantire l’autonomia alimentare del Paese in uno scenario globale segnato da distorsioni commerciali, accaparramenti. E speculazioni che mettono a rischio gli approvvigionamenti».

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