Pantheon dei milanesi illustri, il sindaco Sala contro il Pd: “Vincenzo La Russa meritava il Famedio”
Dopo l’esclusione dalla lista dei cittadini benemeriti da inscrivere nel Famedio di Vincenzo La Russa, ex consigliere comunale della Dc e fratello dell’ex ministro Ignazio, il sindaco Beppe Sala sconfessa di fatto le decisione della commissione del Consiglio comunale.
Un’esternazione anche se tardiva, che sconfessa la presidente del Consiglio comunale, Elena Buscemi e mette in seria difficoltà la maggioranza, il Pd in particolare, costretto ad un imbarazzato silenzio. «Gli Ambrogini e le iscrizioni al Famedio sono materie di competenza di specifiche Commissioni e del Consiglio Comunale, ed è giusto così», sottolinea il primo cittadino, «detto ciò confesso di non aver capito la decisione di non ammettere l’iscrizione di Vincenzo La Russa al Famedio».
Il sindaco Sala definisce incomprensibile la scelta della presidente Pd Buscemi
La candidatura del fratello maggiore di Ignazio e dell’assessore regionale Romano, era stata presentata dal consigliere comunale di FdI, Andrea Mascaretti. Il nome ha da subito spaccato la commissione preposta a scegliere i benemeriti, tanto che la presidente del Consiglio comunale, Buscemi, ha dovuto sospendere due volte la riunione. Nulla da dire sulla persona, ma è «troppo divisiva» come candidatura in un momento come questo, aveva spiegato Buscemi dopo che era scoppiata la polemica politica, nei giorni successivi alle elezioni e all’alba della formazione di un nuovo governo a guida FdI. Interpellato sulle polemiche in corso, però, il sindaco Sala aveva già espresso i suoi dubbi giorni fa, «non so se è una candidatura divisiva, deciderà la commissione».
Nel Famedio saranno iscritte 14 personalità che hanno reso grande Milano, dal partigiano Carlo Smuraglia, al patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio fino all’attrice Valentina Cortese, al filosofo Salvatore Veca. Tutti nomi di personalità che rappresentano le «differenti sensibilità di Milano», sostiene la Buscemi, che replica stizzita al sindaco, «la mia posizione rispetto alla candidatura di Vincenzo La Russa rimane la stessa: visto il momento politico delicato, ho ritenuto la proposta di FdI una provocazione. Più volte ho chiesto di rimandare ogni decisione al prossimo anno, ottenendo solo dei no».
Con Vincenzo La Russa escluso dal Famedio anche Luigi Amicone
Nel centrodestra, Riccardo Truppo di Fratelli d’Italia parla di « ignoranza storica » e Gianluca Comazzi di Forza Italia «chiede ai consiglieri del Pd ora di chiedere pubblicamente scusa». La leghista Deborah Giovanati concorda con Sala ed è «altrettanto stupita per l’esclusione di Luigi Amicone», ex consigliere comunale e fondatore di Tempi. Il Famedio «non può essere usato in modo strumentale da nessuna parte politica, il sindaco può rimediare riproponendo lui stesso La Russa e Amicone affinché venga riconvocata al più presto la Commissione per rivalutare le candidature». Secondo Manfredi Palmeri (lista Bernardo), presidente dell’aula durante la giunta Moratti, «non va ripetuta l’esperienza negativa di quest’ anno, forse va cambiato il Regolamento». E Matteo Forte (Milano Popolare) sottolinea che si parla «in un caso di un parlamentare già studioso e saggista, nell’altro di un brillante giornalista che ha fondato il mensile Tempi e combattuto il giustizialismo galoppante. Non si comprende davvero la scelta di escluderli, se non per il cognome e la storia che rappresentano. Capisco i dubbi di Sala. La sua maggioranza dovrebbe sforzarsi di essere meno faziosa e più istituzionale».