L’ultima follia dell’Europa: vietato dire ai figli “fila in camera tua”. Anche la “sgridata” è giudicata eccessiva…

12 Ott 2022 10:16 - di Marta Lima

“Chi di noi, da bambino, non si è sentito dire almeno una volta: “Ora basta, fila subito in camera tua, in punizione!“. Ecco, da oggi in poi fate attenzione a dirlo ai vostri figli: l’Europa del “politicamente corretto” non lo considera opportuno e forse si prepara anche a varare delle norme specifiche, oltre alle raccomandazioni già varate. La strana idea di educazione libera viene raccontata oggi sulle pagine del “Messaggero“, che riporta un articolo del quotidiano francese Le Figaro che pubblica una mail nella quale la direttrice della Divisione per i diritti dell’infanzia, Regina Jensdottir, definisce la punizione “obsoleta” e annuncia che secondo il Consiglio d’Europa per l’Infanzia partirà a breve una campagna con le nuove deduzioni.

L’Europa osteggia le punizioni corporali per i figli, ma anche le semplici ramanzine

“Il motivo? La sgridata classica rientra in quelle che il Coe considera di punizioni eccessive così come quegli inviti pressanti a restarsene soli in cameretta a “meditare” sulle malefatte compiute metterebbe a rischio la crescita serena dei bambini. Il Consiglio d’Europa per l’infanzia, mette all’indice le punizioni “corporali”, tipo il classico schiaffo o buffetto, ma anche i semplici “castighi”, come scritto nella sua risoluzione: 
“Le punizioni senza violenza fisica possono essere ugualmente dannose. Come lo hanno dimostrato degli studi del Consiglio d’Europa, la violenza psicologica, che consiste, per esempio, nel minacciare o ridicolizzare o spaventare il bambino, pone gravi problemi di salute in Europa. I bambini sono inoltre danneggiati dal clima di violenza tra i genitori. La migliore soluzione, è che i governi forniscano assistenza ai genitori per aiutarli a reagire in modo appropriato”. Norme specifiche sono state recentemente varate in Scozia.

Anche in Italia si fa strada la linea morbida con i bambini

Una tesi sostenuta da associazioni di psicologici ma non condivisa da tutti.  Il Messaggero chiede un parere a Elena Ravazzolo, neuropedagogista: «È necessario un approccio educativo diverso, un cambio di pensiero che sostituisca le punizioni. Anticipare sempre le criticità, affinché non si arrivi mai a un punto di rottura».
Su un sito specifico, la Ravazzolo esplicita l’esempio nel mirino della Ue.  “Tra i 2 e i 5 anni il bambino imita il modo di parlare degli adulti, e se questo processo non segue la giusta trasformazione, le sue risposte potrebbero diventare maleducate e sconvenienti. L’adulto all’improvviso inizia a sgridare il piccolo pesantemente, fino a ricorrere alla punizione: uno schiaffo o una momentanea privazione della libertà, il famoso ‘ora vai nell’angolo a riflettere’ oppure ‘vai immediatamente in camera tua’ diventano la panacea per ogni tipo di situazione. Di fronte a qualsiasi di queste punizioni il bambino non capisce cosa sia cambiato: perché fino a ieri poteva rispondere in un modo che da oggi è vietato?”.Anche il pedagogista Daniele Novara, autore del libro Punire non serve a nulla, concorda con l’abolizione della punizione: «Se proprio il bambino insiste, il silenzio attivo è molto utile. Non si parla per qualche minuto, dopo avere spiegato con fermezza che si sospende la comunicazione perché c’è qualcosa che non funziona. È un semaforo rosso, non un castigo, ma è estremamente efficace».
Un filone pedagogico contrario a qualsiasi tipo di punizione “corporale” dei bambini è già molto attivo da anni in Europa sui figli, come dimostra questo opuscolo distribuito anche in Italia dalla Coe. Un altro regalo dell’Europa che ha le sue strane piorità politiche…

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *