Letta: “Primarie il 12 marzo”. La road map congressuale e la guerra alle finte opposizioni

28 Ott 2022 17:10 - di Alessandra Parisi

Ecumenico per necessità, arbitro del congresso ma anche “guida” nella peggiore fase della sinistra dal dopoguerra. Enrico Letta chiude i tormentati lavori della direzione del Pd annunciando il timing delle assise che dovrebbero battezzare la rinascita dopo la batosta elettorale. A  gennaio, dopo una riflessione “approfondita ma rapida”,  l’elaborazione nuovo manifesto dei lavori e dei principi. Il 7 novembre l’appello con gli obiettivi del percorso. Quindi l’Assemblea nazionale a metà novembre e le candidature alla segreteria che si chiuderanno il 28 gennaio. Una lunga rincorsa per arrivare alle primarie il 12 marzo.

Letta annuncia le primarie il 12 marzo

Letta non nasconde di aver ricevuto “varie sollecitazioni sui tempi e le modalità” del congresso. “A volte erano anche interessate rispetto alle possibili candidature. Quella che vi propongo, da arbitro e garante, è la sintesi migliore dell’esigenza di arrivare a un nuovo Pd che rapidamente sia in campo”. Insomma il segretario uscente ha fretta di arrivare a una nuova segreteria in primavera. La data del 12 marzo è uno spartiacque temporale non differibile. Contro una parte del Pd (la sinistra, vicina al M5s) che preferirebbe allungare i tempi. “Faremo degli aggiustamenti del percorso nella prossima assemblea, lo faremo insieme come stiamo facendo oggi. Il mio ruolo in questa fase è quello di arbitro nel congresso. Ma di giocatore e guida assolutamente determinato della costruzione di questa opposizione. C’è bisogna di una guida che ci si metta con tutto impegno”. Un impegno irto di ostacoli. A cominciare dai vicini di casa.

“Chi fa opposizione all’opposizione fa da stampella al governo”

“C’è parte dell’opposizione – dice Letta ai suoi –  che ha trasferito le tende accanto alla maggioranza. In attesa di sostituire parte della maggioranza. Quella opposizione che di opposizione non ha nulla. Lo si è già capito. Chi passa tre quarti del tempo a parlare male e a fare opposizione all’opposizione credo sia una stampella alla maggioranza”. Parole dure all’indirizzo del terzo polo che mal si conciliano con la necessità di fare quadrato contro il governo Meloni. Che, neanche a dirlo, sta portando indietro le lancette della storia. “Siamo disponibili sempre a coordinarci con le altre opposizioni”, avverte il leader pro tempore. “Ma non siamo disponibili a farci prendere in giro da altre opposizioni e inseguire chi ha altre agende”.

Apertura, rinnovamento e partecipazione

Percorso costituente, dunque. Con quali obiettivi? Le parole d’ordine sono sempre le stesse declinate come un refrain da mesi, da anni in un avvitamento perenne. Apertura, rinnovamento, partecipazione. “Per costruire un partito moderno. E una leadership che esca da questo percorso con una legittimazione forte per affrontare questa traversata del deserto”. Il congresso – ha detto ancora – non sia un derby tra Conte e Calenda.  L’applauso arriva scontato quando Letta prende di mira il governo Meloni. “Non ha perso tempo sulle indicazioni su cui intende muoversi. Tutte indicazioni che riportano indietro le lancette”, ha detto appellandosi ancora una volta, fuori tempo massimo, all’antifascismo. “Un elemento costitutivo del nostro fare politica, per rilanciare il ruolo della democrazia nel Paese”. 

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