Le Pen “brinda” alla vittoria di Meloni: «È la prova che nella Ue le nazioni contano ancora»
La prima certezza è che la distinzione destra–sinistra sia un’anticaglia sostituita da quella, molto più attuale, tra «nazionali» e «mondialisti». La seconda è che la vittoria di Giorgia Meloni e del centrodestra in Italia accelererà il processo di chiarificazione del nuovo schema politico. IN proposito Marine Le Pen non sembra nutrire dubbi: «Credo che il centro di gravità si sposterà a favore dei Paesi che difendono l’idea nazionale. Gli equilibri si sposteranno a mano a mano che si succedono le elezioni in Europa. È un lavoro di lungo respiro, ma i nostri alleati sono sempre più numerosi».
Marine Le Pen intervistata dal Corriere della Sera
La leader del Rassemblement National ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, in cui ha parlato anche anche della gaffe della sua connazionale, il ministro Laurence Boone, che aveva annunciato la «vigilanza» della Francia sulla “tenuta” dei diritti nel nostro Paese. «Si tratta di ingerenze insopportabili nelle nostre democrazie e contrarie alla tradizione francese», ha commentato. E ancora: «La Francia deve lavorare con l’Italia quale che sia la tendenza politica del suo governo. Siamo, forse più di altri, due Paesi fratelli».
«La Lega è il partito più vicino al Rn»
Parole, queste della Le Pen, non prive certo di peso politico visto che parliamo del primo partito di opposizione a Macron, forte di 89 deputati all’Assemblea Nazionale e del 42 per cento ottenuto alle ultime presidenziali, la sua terza sfida consecutiva per l’Eliseo. Ha escluso che ve ne possa essere una quarta «salvo eventi eccezionali». Al momento preferisce dedicarsi alla realizzazione di un fronte sovranista europeo. Ha già cooptato la Lega, «il partito al quale siamo più vicini, politicamente e affettivamente». Ma senza escludere la Meloni («si trova incontestabilmente sulla nostra stessa riva»). Il progetto è oggi una fase di stallo, ma lei non demorde: «Resta attuale, ci arriveremo».
Le Pen: «Tra Russia e Ucraina occorre mediare»
Quanto alla guerra in corso, la Le Pen non ha dubbi sul quel dovrebbe fare l’Europa e in particolare la Francia: «Recuperare un ruolo di mediazione, invece di lasciarlo a Turchia, Cina o Israele». Per il resto, tiene il suo Rn su una rotta di equidistanza: «Come abbiamo condannato l’invasione americana dell’Iraq, condanniamo l’invasione russa dell’Ucraina». E a chi le rinfaccia il prestito russo, che secondo i detrattori ne avrebbe addomesticato la posizione in senso filo-Putin, risponde: «È un prestito certo non da amici, con il 6 per cento di interessi, accordato da una banca che poi è fallita, quindi forse non era così vicina al Cremlino». In ogni caso, dice, «dobbiamo diffidare della Russia certo, ma anche di Cina e Stati Uniti» perché, conclude citando De Gaulle, «gli Stati non hanno amici, solo interessi».