La De Girolamo zittisce la Boldrini in tv: Meloni premier? La Costituzione indica il ruolo, non il genere (video)

28 Ott 2022 11:43 - di Chiara Volpi
Boldrini De Girolamo

Il faccia a faccia con Nunzia De Girolamo mette Laura Boldrini all’angolo. E sul ring di Piazza Pulita, ieri su La7, l’ex presidentessa della Camera appare come un pugile suonato, frastornato da un continuo uno-due dell’interlocutrice che la mette ko a colpi di argomentazioni fatte di citazioni della Costituzione, codici lessicali, licenze grammaticali, e numeri. Sì, i numeri: quelli che asseverano con l’attendibilità della matematica percentuale il risultato di una vittoria elettorale schiacciante e di una costante e inarrestabile ascesa di Giorgia Meloni nei consensi degli italiani. Protagonista di un’affermazione netta, arrivata al vertice della carriera politica da destra: tutto quello che la Boldrini non riesce ad ammettere e a digerire…

Faccia a faccia tv sulla Meloni prima donna premier: la De Girolamo asfalta la Boldrini

Una performance senza precedenti. E sicuramente senza uguali, o casi se non omologhi, almeno analoghi, a sinistra (Pd in testa a tutti). Sono giorni che la Boldrini si arrampica sugli specchi per cercare di mimetizzare o quantomeno giustificare il disagio che le provoca il primo premier donna nella storia della Repubblica arrivato da destra. L’ex terza carica dello Stato ha provato a più riprese, dal 25 settembre scorso, ad attaccarsi alla grammatica. Alla peculiarità di radici e desinenze. A pretestuose incursioni enciclopediche e a stravaganti dissertazioni di genere. Dicendo tutto e il contrario di tutto.

La Russa tranchant da un altro studio tv: «Boldrini su “il” presidente Meloni? Ma quanto rosica…»

Arrivando persino a mettere in discussione l’inno d’Italia, pur di storpiare il titolo del partito a guida Meloni. E per recriminare su una presunta “occasione persa” di ribattezzarlo “emblematicamente” “Sorelle d’Italia” (chissà poi perché)… O meglio, forse si capisce perché: come ha provato ad interpretare il presidente del Senato Ignazio La Russa – sempre ieri ma da un altro studio tv (quello di Dritto e Rovescio su Rete4) – quando ha ironicamente sintetizzato: «Il problema della Boldrini è che vorrebbe che chiamassimo il capotreno capatrena… ma quanto rosicano lei e tutti gli altri!»…

Sotto, il video dello scambio di fuoco tra Laura Boldrini e Nunzia De Girolamo

Già, lo scossone ricevuto alle urne li ha disorientati e offesi. E specie nella zona rosa dei dem, tra la Serracchiani e la Boldrini non si sa chi appare più stralunata e persa. E se martedì a replicare alle “stravaganti” recriminazioni della deputata del Pd che nel partito ha ricoperti vari ruoli (dalla vice-segreteria a quattro mani a quello di capogruppo alla Camera senza arrivare oltre) ha provveduto la stessa Giorgia Meloni, ieri a replicare con veemenza a Laura Boldrini ha provveduto un agguerrita Nunzia De Girolamo. Tema al centro del dibattito tv, Giorgia Meloni donna sola (o sola donna) al comando? In mezzo, un ribollente Corrado Formigli…

La Boldrini fatica a trovare argomenti

Giorgia Meloni e la sua salita a Palazzo Chigi, tornano a far farneticare la Boldrini. Che fa fatica a commentare obiettivamente il dato di fatto, solo perché il primo premier donna appartiene al centrodestra. «Il dibattito a cui assisto è surreale – ha esordito la De Girolamo –. Penso alle parole della Serracchiani che ha deciso di fare polemica sulla rappresentanza femminile alla prima premier donna… Sembra di stare a Scherzi a parte», assesta il primo colpo l’ex parlamentare forzista. Quindi, entrando nel merito delle speculazioni al limite del grottesco aggiunge: «Il presidente è indicato nella Costituzione perché si fa riferimento al ruolo e non al genere».

La De Girolamo la mette ko

E a stretto giro, la De Girolamo argomenta pure: «Mi sono stupita che la polemica l’avesse sollevata la Boldrini, perché è una delle donne che si è battuta di più per la libertà di autodeterminazione del genere. Oggi invece vuole limitare la libertà grammaticale della Meloni nel farsi chiamare il presidente. Lo trovo inquietante da questo punto di vista, la prima presidente donna in questo Paese dovrebbe essere una speranza per tutte noi». La Boldrini, colpita, ma che prova a obiettare per non affondare già, tenta di replicare: «Sicuramente è una novità – ammette la pasionaria delle declinazioni grammaticali –  ma fossi in lei sarei molto orgogliosa di rivendicare il mio femminile e di non nascondermi dietro al maschile».

La differenza tra merito e rappresentanza di genere…

«Mi sorprende la sua scelta – ha proseguito l’esponente dem ormai in disarmo (e a corto di giustificazioni) – perché se abbiamo fatto tutto questo percorso e arriviamo ai vertici, allora affermiamolo questo femminile. La Meloni ha scelto solo sei ministre, dalla prima premier donna me ne sarei aspettate di più». La De Girolamo, a quel punto, la inchioda senza possibilità di appello: «Ma lei dovrebbe volere il merito, non la rappresentanza di genere. Lei dovrebbe insegnarmi che lì dovrebbero esserci donne capaci: la Meloni non è arrivata lì perché ce l’ha messa un uomo». E poi, da che pulpito viene la predica? Da quello del Pd che non ha mai investito sulle donne in ruoli apicali? Meglio tacere e passare ad altro. E Corrado Formigli chiude questa prima parte di Piazza Pulita… e polemiche gratuite.

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