Cecilia D’Elia lascia la guida della Conferenza delle donne del Pd: “È un partito maschilista come gli altri”
Nuovo attacco delle donne alla dirigenza del Nazareno. ” La politica è maschilista e il Pd non è diverso»”. Parola di Cecilia D’Elia, rieletta alla Camera e portavoce della Conferenza delle donne del Pd. Che in un’intervista a La Stampa annuncia che lascerà il ruolo di guida femminile. “Si apre una fase nuova e io non mi ricandiderò”. Anzi, dice chiaramente che con il congresso anche il percorso della Conferenza delle donne è in discussione.
Cecilia D’Elia non si ricandida a portavoce
“Il partito non è riuscito a valorizzare le nostre proposte e dare adeguata rappresentanza alle donne, in particolare nel meridione”, insiste la femminista doc, un passato veltroniano, agguerrita militante anti-Berlusconi. Poi vicepresidente della giunta Zingaretti. Nella sfida ai compagni uomini è in buona compagnia. Proprio ieri l’ex ministra De Micheli, in corsa per la segreteria, è tornata sul terreno minato accusando il partito di patriarcato. E persino alcune colleghe donne di misoginia. Una deriva che ha portato a un mezzo processo della D’Elia. A chi la contesta per aver inciso poco nelle scelte risponde che il partito degli uomini ha fatto muro. “Questo lo dico prima io delle altre. È mancato un coinvolgimento della Conferenza nella formazione delle liste. E poi, nonostante le nostre proposte siano entrate nel programma, in campagna elettorale non sono diventate punti qualificanti dell’iniziativa del Pd. Penso ad esempio ai congedi di maternità e paternità paritari”.
“La politica è maschilista e il Pd non è da meno”
La composizione delle liste elettorali parla chiaro. “Mancavano capolista donne al sud ed abbiamo perso. Per questo non sono state elette neanche delle donne che erano capolista”, spiega la parlamentare dem. “Diminuire la percentuale di elette è un problema per un partito che ha come obiettivo il cambiamento nel segno della libertà delle donne. È chiaro che da noi ci si aspetta di più”. Anche la bocciatura della candidatura rosa alla presidenza è una ferita grave. “Penso che la politica sia maschilista e il Pd non sta mica su un altro pianeta. Il maschilismo è anche nel Pd”, insiste. “E di questo siamo tutte ben consapevoli. È una delle cose che vanno cambiate in una fase costituente in cui dobbiamo ripensare tutto”. Una donna segretaria non è un’ipotesi astratta. “Una candidata c’è, Paola De Micheli. E il maschilismo diffuso, anche nella stampa, sembra nasconderla”. La partita è aperta. Ora Letta dovrà scegliere i capogruppo parlamentari. Un bel grattacapo. “Ha detto che non si torna indietro dalle presidenze femminili dei gruppi. Ma è importante che ci sia parità anche nella cariche istituzionali che spetteranno alle opposizioni”.