Agrigento, spaccio di droga e violenze sessuali nella comunità per disabili psichici, sette indagati

19 Ott 2022 9:25 - di Paolo Lami

Rifornivano di droga gli ospiti di una comunità per disabili psichici di Favara, nell’Agrigentino  che era diventata un vero e proprio centro di spaccio: con questa accusa i carabinieri che hanno eseguito, nel corso dell’operazione antidrogaDark community”, sette misure cautelari, emesse dal gip di Agrigento su richiesta della locale Procura.

In carcere sono finiti un quarantenne e un cinquantenne originari di Agrigento mentre per un 24enne originario di Agrigento e un 47enne di Palermo è stato disposto l’obbligo di dimora nella città dei templi. Per altri due quarantenni, uno di Favara e l’altro originario della Germania, è scattato il divieto di dimora in provincia di Agrigento e infine per un sessantenne di Favara l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

L’indagine, condotta dai carabinieri della Tenenza di Favara e della Compagnia di Agrigento, coordinati dal procuratore Salvatore Vella e dal sostituto Paola Vetro, è scattata a novembre 2020 dopo diverse segnalazioni, tra cui la richiesta d’aiuto di una donna, ospite della struttura, che aveva denunciato di aver subito minacce e violenze sessuali reiterate come corrispettivo nella compravendita della sostanza stupefacente.

Le intercettazioni telefoniche e i sistemi di videosorveglianza hanno consentito di fare luce su quella che gli investigatori definiscono una “strutturata piazza di spaccio“, messa in piedi all’interno di una comunità-alloggio per disabili psichici di Favara “abusando della minorità fisica-psichica degli ospiti”, destinatari della droga.

Lo spaccio nella comunità per disabili psichici di Favara avveniva con “la compiacenza e in alcuni casi la correità” di responsabili e dipendenti della struttura.

Gli indagati, ricostruisce la Procura di Agrigento, rifornivano di droga gli ospiti della struttura con problematiche di tossicodipendenza o di natura psichica.

I responsabili e i dipendenti del centro avrebbero assecondato le richieste di sostanze stupefacenti da parte dei degenti, consentendo l’ingresso della droga nella comunità e, in alcune occasioni, provvedendo direttamente a reperirla.

”Tra i protagonisti delle dinamiche di spaccio vi era anche un indagato – spiega la Procura – già sottoposto alla detenzione domiciliare nella comunità che, con la correità di un familiare, introduceva nella struttura una quantità consistente di hashish che poi spacciava agli altri degenti“.

“L’inchiesta – ha spiegato il procuratore facente funzioni di Agrigento, Salvatore Vella – ha permesso di accertare numerosi episodi di abusi e maltrattamenti posti in essere da dirigenti e operatori della comunità, mediante minacce o vere e proprie aggressioni fisiche in danno dei pazienti ogni qualvolta lamentavano carenze o disservizi”.

Per due persone si sono spalancate le porte del carcere, altre due sono state sottoposte all’obbligo di dimora ad Agrigento e altrettante al divieto di dimora nella stessa provincia. Infine per un ultimo indagato è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

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