A Roma la sinistra “pacifista” getta la maschera: striscioni filo russi al presidio antifascista
Eccoli i soliti sinistri, convocano manifestazioni e presìdi contro il fascismo e finiscono per praticare una democrazia a senso unico, dove solo loro possono parlare, e un pacifismo unilaterale, con striscioni filo Russia. A Roma in piazza Venezia il presidio antifascista getta la maschera. L’obiettivo non è solo il governo Meloni ma anche quello di Kiev, visto che gli slogan sono diretti anche a colpire i “nazisti” di Zelensky, con il sostegno al massacratore Putin, anche grazie a una simpatia ideologica comunista che i manifestanti evidentemente non rinnegano.
Presidio antifascista, esposti striscioni filo Russia
“Odessa 2 maggio 2014. I Nazisti con la bandiera dell’Ucraina in mano, cantando l’inno ucraino, massacravano gli abitanti di Odessa”. È quanto si legge su uno striscione esposto da alcune persone provenienti dal collettivo La Comune di Ravenna che stanno manifestando
«Russia la liberatrice dell’Ucraina»
Su un altro stendardo si legge “La Russia la liberatrice dell’Ucraina dal terrore ucro-nazista da 8 anni!”. Altri manifestanti sventolano bandiere del Donbass. Presenti alla manifestazione, tra gli altri, il sindacato Cobas compagni di Walter Rossi, l’associazione Cortocircuito, la Città Futura, la Rivista Internazionale Companis, Interstampa e Radio Onda Rossa.
Le solite lagne: «Al governo ci sono i nipotini del fascismo»
E sul palco va in scena la solita demagogia e le solite inconsistenti accuse strumentali. «Al governo ci sono i nipotini del fascismo». Lo sottolinea un attivista dal palco del presidio antifascista facendo riferimento a quanto avvenuto la settimana scorsa alla Sapienza. «Il 28 ottobre è una data che rivendichiamo come 100 anni di lotta antifascista», dicono i militanti dal microfono. Dal palco le voci degli attivisti si susseguono, ricordando i “martiri del fascismo”: «Siamo qui per ricordare le vittime del fascismo ma anche per condannare la logica della guerra permanente». E poi la solita ridicola accusa che non sta né in cielo né in terra. Per i militanti si tratta di una manifestazione importante e fondamentale a maggior ragione oggi che «si è insediato un governo di una esponente post fascista. La destra più reazionaria che guarda alla Polonia».
Presidio antifascista, sempre lo stesso cliché
A corto di idee e di contenuti tirano fuori sempre le stesse parole e lo stesso cliché. Eppure in questi giorni esperti, costituzionalisti, giuristi e storici hanno affermato che il pericolo fascista non esiste. Basta citare, uno per tutti, il costituzionalista Sabino Cassese. All’indomani del discorso di Giorgia Meloni alla Camera per la fiducia, ha detto chiaramente che nelle parole del presidente del Consiglio ci sono state «non soltanto la distanza dal fascismo, ma anche le chiare indicazioni relative a libertà e democrazia». Quindi, ha concluso: «Sarebbe bene che l’opposizione si liberasse del punto di vista fascismo-antifascismo, giudicando il governo per quello che propone e per quello che fa».