Vauro è ko, devastato dal verdetto elettorale: nella sua ultima vignetta rispolvera la solita Resistenza

27 Set 2022 10:36 - di Chiara Volpi
Vauro

Vauro è ko. Come il personaggio della sua ultima striscia, che comunque per quanto malridotto non si esime dal mostrare il dito medio. E che, nella nuvoletta che esprime il suo “dotto” pensiero, riesce a malapena a dire «io non sono Giorgia». Sopra di lui, intanto, campeggia in rosso fuoco la scritta: «Ora e sempre Resistenza». Niente di nuovo dal fronte di sinistra. La vignetta di Vauro in prima pagina sul Fatto Quotidiano di oggi testimonia in tratti e didascalia che il disegnatore solitamente più livoroso che satirico, ha davvero accusato il colpo. Quei milioni di italiani che hanno scelto un governo di centrodestra a guida Giorgia Meloni lo hanno messo definitivamente ko: e la sua vena ne risente.

La vignetta di Vauro tra veleno e mancanza d’ispirazione

Evidentemente, in linea con tutte le allegre comari e i menestrelli della compagnia cantante di sinistra che ieri si sono detti “tristi” per il risveglio elettorale che li ha proiettati in una nuova realtà – con i media sulla stessa frequenza d’onda, pronti a rilanciarli con enfasi ed evidenza – Vauro prende in mano carta e matita e traduce sul foglio il solito spauracchio: stesso schema, stesso tenore, stesso slogan (implicito nel disegno), lanciato ormai 20 anni fa dall’allora procuratore generale di Milano Francesco Saverio Borrelli: «Resistere. Resistere. Resistere».

Resistenza, la parola d’ordine della sinistra in disarmo

Perché a dispetto del nuovo corso che gli elettori hanno inaugurato con il voto del 25 settembre, il mainstream – tra voci più o meno becere e toni più o meno gravi – continua a evocare e a strumentalizzare passato e passatismi. E la parola d’ordine di giornalisti e artisti radical chic. Di commentatori sguaiatamente di parte, logori fustigatori di costumi sociali e agguerriti allarmisti perennemente all’erta su un pericolo “nero” sempre dietro l’angolo. Attivisti in servizio effettivo e permanente in prima linea sul fronte, brandiscono tweet, post, stories, canzonette, e vignette per l’appunto, come fossero una clava da usare, è sempre la stessa parola jolly: Resistenza.

Non solo Vauro…

Un evergreen che in genere sponsorizza l’Anpi e che siamo abituati a vedere inflazionarsi specie intorno al 25 aprile, ma che da ieri campeggia ovunque sui social, evocato dall’esercito in disarmo della sinistra militante a suon di click e melodie. Una parola che diventa l’unica soluzione da adottare contro la schiacciante vittoria della destra e la netta affermazione di Giorgia Meloni, alle elezioni politiche del 25 settembre. «Oggi inizia la resistenza. Buongiorno a tuttз», è stato il saluto di Francesca Michelin su Twitter, postato a ridosso del messaggio lugubre che un altro censore doc come Roberto Saviano ha congegnato per la rete: la parola «RESISTERE» vergata a caratteri cubitali su sfondo rigorosamente nero.

Tutti i vip devastati dal verdetto delle urne

Tutti devastati dal verdetto delle urne: da Damiano dei Maneskin, che ha accusato un «triste risveglio». Al post di Kasia Smutniak,  che ha scritto: «Ad ottobre indietro di un’ora, da oggi indietro di un secolo». Passando per il volto imbronciato in bianco e nero di Vanessa Incontrada, che sotto all’immagine ha commentato: «Faccia da lunedì». Fino al personaggio della vignetta di Vauro, addirittura moribondo, che non rinuncia comunque a mandarti un vaffa e a esortare alla resistenza. A tutti loro, ha risposto dalla stessa linea il cantante de Lo Stato Sociale, Lodo Guenzi, duro nel suo commento sui risultati delle elezioni politiche.

L’auto-critica di Lodo Guenzi

«La verità è che questa è la peggiore sinistra della storia dal dopoguerra. Dentro il parlamento e pure fuori. Ci siamo dentro tutti – aggiunge – tutta la sinistra di questo paese è totalmente distaccata dai problemi delle classi sociali più deboli». Ecco, a tutti loro basterebbe ricordare ricordare che non è mai triste il giorno in cui la democratica competizione elettorale porta al rispetto delle scelte degli italiani. Ma è triste il giorno in cui ciò non dovesse più accadere.

Sotto, la vignetta di Vauro dal suo account Twitter.

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