Feltri: “Festeggeremo il 25 settembre, la liberazione dai comunisti” E canta l’inno “Letta ciao”
Festeggerremo una nuova liberazione. Data, 25 settembre. Liberazione dai comunisti. Un Vittorio Feltri che si lascia trasportare dal clima di euforia per la vittoria storica della destra di Giorgia Meloni, verga anche un inno ad hoc, con la complicità dell’addio di Letta alla segreteria del Pd, sia pure in differita. “Una mattina mi son svegliato, o Letta ciao, Letta ciaio, Letta ciao ciao ciao…”. Ironia e non solo. “Benvenuti tutti nel paese reale. Finalmente i comunisti sono sconfitti”, esordisce dalle colonne di Libero. “Le elezioni ci hanno affrancato -speriamo per sempre- dai cosiddetti progressisti. Quelli che combattono i morti di settant’anni orsono, ossia i fascisti: gente ignota alle ultime tre o quattro generazioni. Evidentemente prendersela con i defunti porta scalogna”.
Feltri: “Per la prima volta ho visto itlaiani sorridenti dopo un’elezione”
Feltri racconta la sua giornata, dopo avere appreso la definiva e larga vittoria del centrodestra a trazione FdI. La gente al bar Basso di Milano fgli si è fatta incontro per “celebrare con me il trionfo della destra politica. Un po’ imbarazzato sono stato al loro gioco e alla fine mi sono pure divertito. Forse ho esagerato nella esultanza, ma la mia città era scossa da un’aria frizzantina, fresca, che incitava all’allegria”. C’era aria di nuovo – racconta- un clima inedito. “Per la prima volta dopo tanti anni i conservatori nella nostra Nazione, in cui non c’è nulla da conservare se non l’ottimismo, sono riusciti a sorridere dopo una elezione”. Così, prima un po’ in imbarazzo, poi si è lasciato trascinare, si è unito ai festeggiamenti. Non prima di avere mandato una messaggino a Giorgia.
Feltri: “Io da sempre ho previsto il successo della Meloni”
Va detto che Feltri aveva previsto il successo della Meloni da sempre. Nei suoi editoriali si era sempre sbilanciato e da tempi non sospetti. “Da parecchio ero convinto che Meloni alle urne avrebbe stracciato tutti, e così è stato. La circostanza che ella sia una donna mi conforta: significa che la guerra fra i sessi è una idiozia. Finalmente avremo una signora a Palazzo Chigi e staremo a vedere cosa sarà in grado di combinare. Nell’attesa mi sia concesso di rallegrarmi“. Ricordiamo che il direttore editoriale di Libero ha avuto modo di conoscere bene la leader di FdI. Fu eletto a Milano nelle sue liste da indipendente, per poi dimettersi per motivi di salute pochi mesi dopo. Precedentemente aveva presenziato a molti incontri incentrati sul libro “Io sono Giorgia” (la foto è tratta proprio da una di queste presentazioni a Milano). Quindi, quando il direttore scrive che di politica “non capisco un tubo” è un po’ un vezzo, perché come poi ammette che “azzecco sempre le previsioni”: una positiva – l’affermazione della Meloni- l’altra negativa, l’insuccesso della Lega. Sul quale si sofferma.
“Peccato che Salvini non mi abbia dato ascolto”
“Mi dispiace ma non mi sorprende che la Lega sia stramazzata al suolo. La responsabilità del tonfo credo sia di Matteo Salvini, al quale mi ero permesso in un recente passato di suggerire un cambiamento di linea”. Il leader del Carroccio non ha ascoltato i consigli, stando al racconto di Feltri. “Non ha saputo cogliere il senso delle mie raccomandazioni. Mica perché sono un mago, ma, essendo un frequentatore di osterie, colgo gli umori del popolo e poi scrivo ciò che annuso e scorgo. Le cazzate le lascio esprimere agli insuperabili esperti”.