Travaglio: «Draghi ha rincoglionito i cervelli». Ma non dice un piccolo particolare su Conte…

2 Set 2022 17:39 - di Alessandra Parisi

Non proprio un esempio di coerenza. E onestà intellettuale, Intento, fin troppo, a tirare la volata a Giuseppe Conte e a quel che resta dei 5Stelle, dal pulpito del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio si scaglia contro Mario Draghi. Colpevole di ogni nefandezza. Di avere sempre bluffato, di aver portato l’Italia nel baratro. E di aver vigliaccamente abbandonato la nave prima della tempesta.

Il processo di Travaglio a Draghi e al governo dei peggiori

L’editoriale è un processo sommario al governo dei Migliori e al mediocre ex governatore della Bce. Già definito un figlio di papà che non capisce. “Che – scrive la musa di Giuseppe Conte – ha ammaliato milioni di persone. Accecato le migliori viste, assordato i migliori uditi. Ammutolito le migliori voci, rincoglionito i migliori cervelli negli ultimi 18 mesi”. Non da oggi il nemico numero uno del giornalista cresciuto a pane e giustizialismo si chiama Mario Draghi. Il suo governo – scrive – “ha impedito a quasi un intero popolo di rendersi conto in presa diretta dell’imbarazzante mediocrità e inettitudine del premier. Il più sopravvalutato di sempre e di quasi tutti i ministri”.

Ma dimentica le prodezze dei grillini a Palazzo Chigi

Insomma  dell’esecutivo di salvezza nazionale Travaglio non salva nessuno. Dimentica un piccolo particolare: Conte e il M5S erano al governo con Draghi. All’opposizione c’era solo FdI. E va giù duro evitando di ricordare che al tavolo del  mediocre premier sedevano e siedono tuttora (almeno fino al 25 settembre) fior fiore di ministri e sottosegretari pentastellati ed ex pentastellati.  Saldamente incollati alle loro poltrone, proni per quasi 18 mesi al volere di SuperMario. E disposti a mettere la faccia su tutti i provvedimenti che oggi lo smemorato Travaglio butta nel cestino. Salvo il colpo di scena finale con l’unico niet grillino al decreto Aiuti che ha portato alle dimissioni di Draghi.

La volata a Conte e le bugie del Fatto

E allora perché oggi dovrebbero ripresentarsi alle urne come i salvatori della patria? Perché Conte, dipinto da Travaglio come uno statista, oggi fa il fustigatore del governo che ha sostenuto fino all’ultima scena? Mistero. Nel suo velenoso editoriale dal titolo desaparecidos attacca senza sconti i “supponenti  fenomeni che non hanno mosso un dito contro la crisi energetica. Che anch’ essi hanno causato, aderendo beotamente alle sanzioni dell’Europa contro se stessa. Spacciate per diabolici dispetti alla Russia”. E ancora: nessun piano di razionamenti e risparmi (diversamente dalla Germania), nessun aiuto tangibile a imprese e famiglie, una norma sugli extraprofitti scritta coi piedi e morta in culla, nessuna accelerazione alle rinnovabili, sabotaggi à go-go per l’unica misura eco-incentivante (il Superbonus).

La tempesta sui social: è scorretto

Anche sul resto un cumulo di macerie, scrive Travaglio. Dalla scuola al Covid alla giustizia sembra sentir parlare un esponente dell’opposizione. Ma l’ex movimento del vaffa, dall’acre sapore anticasta, che Travaglio vorrebbe salvare e al quale si sforza di dare una nuova virginità, è dentro fino al collo nel dimissionario governo Draghi. Forse superMarco, come si legge sui social dopo l’ultima tempesta a Cartabianca, dovrebbe smettere di bere. “È un disonesto, intellettualmente parlando, e lo dimostra ogni volta che apre bocca”. E che scrive

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