Sciacalli contro la Meloni che querela Rula Jebreal: “Mio padre se ne andò quando avevo un anno”

30 Set 2022 8:30 - di Vittoria Belmonte
Meloni padre Rula Jebreal

C’è una guerra alle porte. Bollette stratosferiche in arrivo. Un governo da formare. Un’Europa che fatica a prendere decisioni. Una crisi energetica che fa paura ma i media anti-Giorgia hanno altro a cui pensare. Si dedicano allo sciacallaggio.

E ripescano un servizio del Pais sul padre di Giorgia Meloni, che se ne andò da casa quando lei aveva un anno, e che è anche deceduto, il quale fu arrestato e poi condannato nel 1995 per traffico di hashish. La vicenda risale a 27 anni fa. Ventisette anni.

Si tratta chiaramente di un servizio che la stampa spagnola tira fuori per infangare la probabile futura premier italiana e i giornali italiani tutti dietro alla notizia. Perché se c’è da gettare sterco sul nostro Paese e tanto pù su Giorgia Meloni sono tutti soldatini indefessi. Tra costoro c’è anche una poveretta ròsa dal livore in queste ultime ore. Si chiama Rula Jebreal e appartiene alla schiera di chi dopo il 25 settembre sta dando vita a un indecente piagnisteo. Rula Jebreal, dunque, subito rilancia lo scoop (una notizia di 27 anni fa) puntando il ditino “umano troppo umano” contro la leader di FdI.

Un tweet in inglese che fa il botto di commenti e che indigna gli utenti social. Questa è la traduzione: “Durante la sua campagna elettorale, ⁦ il nuovo Primo Ministro italiano, ha promosso un video di stupro in cui si afferma che i richiedenti asilo sono criminali che vogliono sostituire i cristiani bianchi. Ironia della sorte, il padre di Meloni è un famigerato trafficante di droga/criminale condannato che ha scontato una pena in una prigione“. 

Tra le tante repliche al tweet anche quelle di Fabio Rampelli e di Guido Crosetto. Il giudizio è netto: un tweet sbagliato, squallido e privo di logica. Rula tenta poi di correre ai ripari: “La Meloni non è colpevole dei crimini commessi da suo padre, ma spesso sfrutta i reati commessi da alcuni stranieri, per criminalizzare tutti gli immigrati, descrivendoli minaccia alla sicurezza. In una democrazia ci sono responsabilità individuali,NON colpe/punizioni collettive“.

Giorgia Meloni, che per l’intera giornata tace sulla squallida operazione della macchina del fango mediatica, dinanzi al tweet della Jebreal decide di querelare. E reagisce commentando così il colpo basso di Rula Jebreal: “Il tatto della stampa italiana che racconta dei guai di mio padre, ma omette nei suoi titoli roboanti un elemento fondamentale. Tutti sanno che mio padre andò via quando avevo poco più di un anno. Tutti sanno che ho scelto di non vederlo piu all’età di undici anni. Tutti sanno che non ho mai più avuto contatti con lui fino alla sua morte. Ma poco importa, se i “buonisti” possono passare come un rullo compressore sulla vita del “mostro”. Evidentemente tra le tante cose che non valgono per me c’è anche il detto “le colpe dei padri non ricadano sui figli”. Ps. Signora Jebreal, spero che potrà spiegare al giudice quando e dove avrei fatto la dichiarazione che lei mi attribuisce”.

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