“Repubblica” affida l’anti-melonismo alla satira di ElleKappa. Ma è un riso che non si cuoce
Ma sì, buttiamola in satira e pazienza se il riso che ne viene fuori è di quelli che non si cuociono. In campagna elettorale tutto fa brodo, comprese le vignette di ElleKappa che ben possono dare il cambio alle pseudo-inchieste fin qui sfornate da Repubblica. L’argomento, tanto, è sempre lo stesso, sia che lo si declini come “di ritorno” (Parolo Berizzi), “eterno” (Umberto Eco) o “stato d’animo” (Corrado Augias): il fascismo. Una vera ossessione per il giornale del fu Eugenio Scalfari, che proprio in omaggio all’etimo del lemma satira (dal latino satura, pietanza dagli ingredienti più disparati), per certificarne l’esistenza in vita non esita a mescolare tutto e il suo esatto contrario.
Ritorna l’inserto Satyricon
E allora benvenuti nell’«Italia flambé», riscaldata in lungo e largo da fiamme missine mentre ai due lati del titolo si affacciano i volti intruciditi di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini (Berlusconi è ormai altra cosa). Di che cosa si tratta? Dell’inserto satirico di Repubblica, l’antico Satyricon, rispolverato in vista del voto con tanto di “urlo” a tutta prima pagina. Iniziativa lodevole, detto senza ironia. Ma altrettanta schiettezza ci impone di aggiungere che da ElleKappa, le cui vignette firmano l’intera striscia oggi in edicola, era lecito attendersi qualcosa di più. Di satirico c’è poco.
ElleKappa o Berizzi?
Che si attacchi la Meloni o Salvini, l’inserto trasuda i soliti e triti luoghi comuni sulla destra italiana: la Meloni cripto-fascista, Salvini filo-putinista, in versione vu cumprà agghindato di crocefissi, quindi le solite menate sul presidenzialismo come pericolosa scorciatoia per i pieni poteri e sulle ingerenze russe sul voto di settembre. Nessun guizzo, nessuno svolazzo autenticamente liberatorio o comunque tale da utilizzare la leva del paradosso per stimolare una riflessione. Al contrario, la striscia di ElleKappa appare troppo appiattita sul pregiudizio per risultare satirica. Sembra un articolo di Berizzi a fumetti. Di risate o di sorrisi manco a parlarne