Migranti, eritreo ucciso dallo scafista: trovato avvolto in una coperta. In settanta alla deriva
Sul fronte migranti la cronaca degli orrori registra l’ultimo scempio, riportato dalla stessa Ong: uno scafista ha ucciso un eritreo 20enne, colpendolo a morte nel momento in cui stava per salire a bordo della Open Arms in Libia. E costringendo subito dopo tutti gli altri sull’imbarcazione a portare con loro il suo corpo, avvolto in una coperta. Intanto, sul fronte dei naufragi, quello che è diventato un bollettino di guerra si aggiorna all’ultima drammatica vicenda, in arrivo sempre dalla Libia. Dove una barca si è capovolta è ha scaraventato in mare 70 persone, alla deriva.
Migranti, scafisti e Ong colpiscono ancora
Una realtà, quella dei flussi migratori, che con gli sbarchi di oltre 70.000 migranti registrati solo da gennaio. Al netto di navi delle Ong che ormai quasi quotidianamente approdano in Italia con centinaia di immigrati a bordo, che si aggiungono a quelli che arrivano in autonomia. E con addetti ai lavori che, tra soccorsi e gestione dell’accoglienza, sono chiamati a fare fronte a una situazione che si fa di giorno in giorno più drammatica si aggiorna oggi alle ultime tragedie del mare.
Urge una politica di controllo e gestione dei flussi
Perdite e orrori che una politica sul controllo e la gestione dei flussi più mirata ed efficace potrebbero evitare. Intervenendo, per esempio con il blocco navale, su una portata di dolore e indignazione ormai davvero inaccettabili, e che la quotidianità rilancia a ogni nuova vittima. O in occasione dell’ennesimo naufragio. A tutt’oggi invece, come se tutto quanto già accaduto, denunciato e ancora non metabolizzato, non fosse abbastanza, altre navi delle Ong, denuncia Il Giornale, – con circa 800 persone a bordo – «continuano a premere sui confini italiani, generando ulteriore crisi».
La ragione politica e umanitaria del blocco navale
Nel frattempo, altri scafisti continuano a scorrazzare indisturbati per il Mediterraneo. Ad arricchirsi cinicamente sulle vite di migranti trattati disumanamente al solo scopo di alimentare un traffico indiscriminato di essere umani su cui infierire con violenza, senza pietà. Anche per questo, sfatando falsi tabù, Fratelli d’Italia insiste sul blocco navale. Per «neutralizzare le imbarcazioni e le strutture logistiche usate dai contrabbandieri e trafficanti sia in mare che a terra. E quindi contribuire agli sforzi internazionali per scoraggiare gli stessi contrabbandieri nell’impegnarsi in ulteriori attività criminali».
Migranti, ancora vittime degli scafisti e naufragi
E invece, i 402 naufraghi salvati nei giorni scorsi in diverse operazioni nel Mediterraneo centrale, attendono ancora sul ponte della Open Arms. Solo che, come spesso accade purtroppo, sulla nave, insieme ai vivi, c’è anche il corpo di Wegihu, 20enne eritreo che, avvolto in una coperta, ha navigato per più di un giorno sulla barca insieme ad altre 59 persone, provenienti da Siria. Egitto. Sudan ed Eritrea. E soccorse sabato scorso dall’equipaggio della Ong su una piattaforma petrolifera.
Barca capovolta, in 70 a rischio al largo della Libia
Non solo. Altre «settanta vite sono a rischio vicino alla Libia!». È l’allarme che ha lanciato Alarm Phone in un tweet. Un parente di qualcuno a bordo ci ha avvisato di una barca che ha lasciato Sabratha la scorsa notte e che, secondo quanto riferito, si è capovolta questa mattina», scrivono gli operatori. Sottolineando che «è necessaria un’operazione di salvataggio urgente ora».
Intanto, 1398 migranti a bordo della Humanity verso Taranto, in 64 approdati a Lampedusa
Intanto, da quanto apprende l’Adnkronos, andranno a Taranto i 398 migranti soccorsi dall’Humanity 1. A confermarlo è la stessa Ong che ieri aveva lanciato l’allarme sulle condizioni di salute a bordo. Quando nella notte sono già sbarcati a Lampedusa altri 64 migranti. Il primo barchino è stato rintracciato dai finanzieri al molo Madonnina: a bordo 9 tunisini. Sempre gli uomini delle Fiamme gialle hanno intercettato a circa 3 miglia dalle coste una seconda carretta del mare con 18 migranti. Dopo il trasbordo, l’imbarcazione è stata lasciata alla deriva. Gli ultimi a raggiungere il molo Favaloro, infine, sono stati altri 37 tunisini. Tutti soccorsi e trasferiti poi – dopo un primo triage sanitario – nel solito, affollatissimo, hotspot di contrada Imbriacola…
Migranti, Giorgia Meloni: «L’immigrazione si fa con il decreto flussi, non con i barconi»
Così, mentre Malta non li accetta e rispedisce al mittente ogni richiesta di aiuto. La Grecia li respinge e le navi preferiscono rimanere in attesa, premendo sui nostri confini invece che tentare altre strade. Come quella indicata da Giorgia Meloni con Fdi, che ancora una volta sabato, al comizio di Caserta, ha ribadito: «L’immigrazione si fa con il decreto flussi, non con i barconi. All’inizio dell’anno si decide quanti immigrati far entrare, non come fa la sinistra che fa entrare tutti per metterli agli angoli delle strade a delinquere. Basta vedere i dati del Viminale su quanto incide l’immigrazione irregolare sui reati». Perché come noto, una delle soluzioni proposte dalla leader di Fratelli d’Italia è una trattativa con i Paesi del nord-Africa: «Con la Libia, per bloccare le partenze e gli scafisti, che sono mafiosi. E noi con la mafia non trattiamo».