Gas, minacce da Mosca: da Cingolani solo un “No comment”. Fonti del governo: “L’Italia non è ricattabile”

6 Set 2022 18:15 - di Redazione
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Alle minacce di Mosca all’Italia il ministro Cingolani sceglie di replicare con il silenzio. Un azzardo diplomatico, quello russo, rispetto al quale il ministro alla Transizione ecologica, raggiunto telefonicamente dall’Adnkronos, ha scelto di trincerarsi dietro un sintetico «No comment». Spiegando poi all’agenzia di stampa: «A questi attacchi preferisco non rispondere». Tentando sbrigativamente di lasciarsi alle spalle l’attacco frontale arrivato da Mosca a poche ore dalla pubblicazione del suo «piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale».

Gas, alle minacce di Mosca Cingolani si trincera nel silenzio

Un documento, quello a cui il responsabile del Mite lavora da mesi, tacciato dalla portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, come un’imposizione di Bruxelles e Washington. Ma che – questa la stilettata inferta non proprio in punta di fioretto – «avrà il solo risultato di far soffrire gli italiani».

Gas, il “messaggio” della Zakharova a Roma e agli italiani

Sì: è davvero durissima la posizione che Mosca ha assunto, e che la portavoce del Ministero degli Esteri russo – braccio armato della propaganda putiniana per conto del ministro Peskov – ha ufficializzato su Telegram. Entrando a gamba tesa nel dibattito politico di casa nostra nei giorni cruciali di una campagna elettorale già incandescente. Oltre che minata in particolar modo dall’incubo della crisi energetica e dell’emergenza gas.

Fonti del governo incalzano: «L’arma di Mosca è spuntata»

Eppure nel governo tiene la convinzione che l'”offensiva” sferrata in queste ore da Mosca sia una prova di debolezza. «Non a caso – è il ragionamento che rimbalza in queste ore tra i ministri più coinvolti nel dossier. E di cui riferisce l’Adnkronosl’unico titolare dell’Energia attaccato finora è quello italiano. Perché Roma – si giustificano le stesse fonti – si è mossa per tempo. Al lavoro sin da subito per diversificare il più possibile. Facendo scendere la dipendenza dal gas di Mosca dal 40 al 18% in una manciata di settimane».

Sullo sfondo c’è anche la battaglia sul price cap

Ma davvero l’Italia è meno ricattabile? Sullo sfondo, peraltro, c’è anche la battaglia sul price cap, che il governo italiano porta avanti da marzo scorso e che, riferisce l’Adnkronos, «appare ora davvero a portata di mano». Tanto che, concludono le fonti citate, al momento sono «due i motivi più che validi per acuire il nervosismo di Mosca e mettere il lavoro di Cingolani nel mirino».

 

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