Gas, il monito di Mattarella contro i ritardi Ue colpisce anche la sinistra italiana: ecco perché

10 Set 2022 13:38 - di Valerio Falerni
Mattarella

Ha usato toni inusitati Sergio Mattarella per spronare la Commissione Ue a battere un colpo sulla non più rinviabile (ma ugualmente rinviata ad ottobre) questione del tetto al prezzo del gas. «L’Italia lo ha proposto mesi fa, e se fosse stato adottato avremmo evitato alcune conseguenze dei rincari energetici», ha detto. Un vero e proprio monito che il Capo dello Stato ha lanciato dai Balcani soprattutto ai ministri europei riuniti in un inconcludente conclave. Ma non solo: le parole di Mattarella investono certamente anche Ursula von der Leyen, nella sua duplice veste di vertice della Commissione e di politica tedesca. In questi mesi, la presidente ha cincischiato molto sul Price cap del gas, fino a decidere a buoi scapati, quando cioè la Russia aveva annunciato la chiusura a tempo indeterminato del gasdotto Nord Stream 1.

Da Mattarella toni molto duri

Una melina, la sua, a dir poco sospetta. La Germania, si sa, non vuole il tetto per non irritare Mosca. E com’è ormai d’abitudine nei rapporti Ue, quel che Berlino non vuole, Bruxelles non esegue. A maggior ragione se, come in questo caso, chi occupa il piano più alto di Palazzo Berlaymont è tedesco. Il secondo destinatario del monito di Mattarella è il governo di Amsterdam, la città sede del mercato (il Ttf) in cui sul gas si tratta e si specula. Gli olandesi sono nemici del tetto perché lucrano sulla sua assenza, così come sulla interruzione del flusso di metano russo lucrano la Norvegia e gli Stati Uniti che di gas ci rifilano il loro. E a prezzi ben più salati.

Il Pd ha pensato più alle elezioni che al caro-bollette

Infine, terzo destinatario, i partiti italiani, specie quelli di sinistra, lestissimi a scaricare il nulla di fatto europeo su Viktor Orbàn. È vero che il premier magiaro è contrario al Price cap, ma per ragioni di interesse nazionale (l’Ungheria dipende in tutto dal gas russo) e non speculative. Non è certo lui il responsabile del rinvio. Ciò nonostante, Pd e compagni come tale lo hanno additato per dare addosso a Giorgia Meloni. La solita operazione menzognera, aggravata nell’occasione dal pessimo spettacolo offerto all’Europa in un momento in cui la politica italiana avrebbe dovuto dar prova di compattezza e di serietà. E i toni duri di Mattarella lo hanno sottolineato.

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