Cernobbio scommette sulla Meloni. Marcegaglia: le sfide sono difficili, lei ci sta lavorando molto

3 Set 2022 11:36 - di Ginevra Sorrentino
Meloni Cernobbio

In attesa del suo intervento in programma domani, a Cernobbio si guarda con attenzione e ottimismo soprattutto a Giorgia Meloni. E sulle sponde del lago di Como, il forum organizzato da The European House-Ambrosetti, il tradizionale appuntamento di inizio settembre che riunisce il mondo dell’economia, della finanza e della politica, manager e banchieri per cui il dopo-Draghi è già cominciato, promuovono il centrodestra e i leader della coalizione. A partire da Emma Marcegaglia, presidente dell’omonimo gruppo (leader nella siderurgia) ed ex numero uno di Confindustria, che nel dettare priorità e obiettivi – Energia, Pnrr e conti – non si dice preoccupata rispetto alla probabile discontinuità a Palazzo Chigi dopo il 25 settembre.

Cernobbio, manager e banchieri promuovono il centrodestra e Giorgia Meloni

«Se il centrodestra andasse al governo – ha sostenuto la Marcegaglia in un clima disteso tra i big presenti al Forum – dovrebbe tenere tre punti saldi. Il Pnrr, che non si può ridiscutere perché i ritardi sarebbero negativi in quanto non consentirebbero di ricevere i fondi. L’attenzione ai conti pubblici che Berlusconi e altri leader della coalizione hanno promesso. E, infine, l’energia: il fatto che si voglia puntare su rigassificatori e nucleare è positivo». Insomma, tra gas, inflazione galoppante e conti pubblici, per la leader della siderurgia a Cernobbio agitare lo spauracchio antifascista che continua a evocare una campagna avvelenata dalla sinistra, non funziona. Tanto che dichiara (e La Stampa in edicola oggi riporta): «Sta lavorando molto. Ha un rapporto con gli Usa interessante. Parla con gli investitori. Mi pare che la volontà di dimostrare che è una persona che capisce la complessità ci sia, poi si vedrà».

Cernobbio, «la Meloni sta lavorando molto dimostrando di capire le complessità in corso»

Dello stesso tenore il discorso del vicepresidente del gruppo ospedaliero San Donato, Paolo Rotelli, che rivolgendosi alla platea conferma: «Chiunque governi non ci preoccupa», afferma perché «la priorità è tutelare gli operatori sanitari privati accreditati che stanno sopportando un aumento dei costi, che continuano a investire – come abbiamo fatto con il San Raffaele e il Galeazzi – ma vengono penalizzati rispetto agli ospedali pubblici cui è garantito un aiuto in bilancio contro i rincari dell’energia». Così come, pur invocando cautela e intese (specie in ambito europeo), anche Riccardo Illy, vicepresidente di Illycaffè ed ex governatore friulano, ammette di non vedere sconvolgimenti rivoluzionari all’orizzonte. «Mi aspetto la continuità dei rapporti con l’Ue e con il resto dell’Occidente. Stabilità nel sostegno all’Ucraina. E attenzione ai temi dell’energia», si limita a dire.

La campagna della sinistra tutta veleni e spauracchi non attecchisce a Cernobbio

Non solo. Tra sfide globali e caos interno, la promozione di centrodestra – con la Meloni in testa – arriva anche dai banchi della finanza. Dove si respira un’aria apparentemente distesa e nelle cui fila pregiudizi politici. Timori di un isolamento italiano. E spauracchi evocati ad arte dalla sinistra in panne, sembrano azzerati e tenuti fuori dalla sala del Forum e dai discorsi dei suoi protagonisti. Come dimostrano, due esempi su tutti, Roberto Nicastro, presidente di Banca Aidexa, che non si mostra impensierito sui temi in agenda e ribadisce: «Il nuovo governo avrà due priorità: il Pnrr e l’uscita dolce dal sistema di crediti garantiti dallo Stato per le pmi».

Fa più paura l’inflazione…

O Andrea Battista, amministratore delegato di Net Insurance, che ammette serenamente che «il nuovo governo non ci preoccupa, perché il sentiero è tracciato tra Pnrr, Tpi (il nuovo scudo anti-spread della Bce) e Mes. Se ci si comporta bene, l’Europa ci sosterrà, altrimenti si dovranno operare correzioni in corsa», come – ricorda Il Giornale a riguardo – accaduto per la prima manovra del governo gialloverde nel 2018. E poi, come hanno rimarcato tutti un po’ tra le righe: se la Meloni e il centrodestra sapranno vincere le sfide che hanno di fronte «lo diranno i fatti. Ora diamo fiducia anche a loro»…

 

 

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